Il buio e la morte non hanno l’ultima parola: l’ultima parola se l’è presa Gesù Cristo, ce l’ha regalata a noi.
Oggi, nel giorno del silenzio, vorrei solo proporre una riflessione che ha fatto il sacerdote in Chiesa ieri, e la voglio condividere con voi. Per i nostri ragionamenti mondani, c’è una sola parola che conclude ogni esperienza e rende solenne la conseguente celebrazione: è solo dopo la morte che si vive qualcosa di profondamente assoluto in noi.
Quando muore un caro o un parente, il funerale non è una “festa” o un anniversario che si può ripetere. Non è nemmeno un matrimonio che si può “ripetere” in taluni casi. La morte non si può ripetere. Quando ci invitano a una funerale, solitamente, la desolazione, il dolore, il dispiacere, il senso di vuoto sono le sensazioni che si percepiscono, i sentimenti che si respirano.
Qui invece entra in gioco il disegno di Dio. Dov’è andato ad operare Dio per riportare tutto a nostro vantaggio? Proprio nella morte, in quella zona scura, che chiude ogni nostro ragionamento. Gesù è andato lì, si è fatto tumulare.
Laddove ogni nostra esperienza umana termina, laddove tutti noi saremo tumulati, Gesù ha avuto l’ardore, il coraggio, le determinazione di aprire il sepolcro e smembrare tutti i nostri parametri in relazione alla vita e alla morte.
Gesù si prende la vita dal sepolcro. Gesù si ripresenta nel suo corpo glorioso agli apostoli. Gesù ci sta dando appuntamento a Pasqua, attraverso questo giorno di silenzio. La tomba è il luogo dove chi entra non esce, ma Gesù ne è uscito proprio per noi. Ed è per noi che è risorto, perché a lui non serviva.
Per portare vita dove c’era morte, per avviare una storia nuova dove era stata messa sopra una pietra. Lui che ha ribaltato il masso all’ingresso della tomba, può rimuovere tutti i macigni che sigillano i nostri cuori e limitano la nostra capacità di amare.
La sua luce ha distrutto le tenebre di tutti i sepolcri del mondo. Oggi Gesù vuole raggiungere gli angoli più bui, tristi e desolati della nostra vita. Fratelli e sorelle, anche se nel cuore abbiamo vissuto e viviamo momenti dove la speranza non riesce a ripartire, non dobbiamo arrenderci. Dio è più grande. Il buio e la morte non hanno l’ultima parola: l’ultima parola se l’è presa Gesù Cristo, ce l’ha regalata a noi.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
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