Chiediamo al Signore di ritrovare sempre di più il dono di ringraziarlo, sapendo che Gesù è sempre in mezzo a noi
Il senso largo di questo Vangelo è che Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, affidando a noi la Parola della riconciliazione e la grazia di portare avanti con forza la libertà dei figli. La parola che oggi noi abbiamo ascoltato ci dice che Gesù non aveva mezzi termini e non si faceva il problema di dire le cose come stavano, ma le metteva davanti a tutti per farli riflettere.
Come a dire: “Se voi dite che io sono il figlio di Davide, e Davide diceva “Dice il Signore al mio Signore”, quindi riconosceva Dio come il suo Signore, se io che sono il Figlio di Dio e voi mi chiamate figlio di Davide, è evidente che in voi ci sia una dissonanza”.
Gesù ci porta alla riflessione, e tutt’ora la Chiesa dice “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di noi”. Quel “figlio di Davide” è frutto della generazione che attraverso lui ha portato Gesù ad essere il figlio di Giuseppe, e quindi discendente di quella stirpe.
Nella realtà di tutto questo noi stiamo parlando in modo esplicito, Gesù si è presentato in modo esplicito. A Roma si dice “non gliel’ha mandata a dire”. Gesù non ha tergiversato né ha fatto il vago. Il Vangelo ci dice sempre di dire “sì” quando è sì e “no” quando è no, usando un linguaggio diretto, schietto.
Gesù ha provato a farlo notare, ma in quel momento le parole di Gesù, per chi non le voleva ascoltare, avevano un significato relativo. Non ricordo in quale passo, la Scrittura dice che l’essere umano non crederebbe nemmeno a uno risorto dai morti. Questa è la realtà. Se io oggi penso a quante profezie si sono realizzate migliaia di anni fa, frutto di parole scritte testualmente e storicamente accertate 2000 anni fa, so che tanti non sanno che il Vangelo non è solo un libro spirituale, ma è una documentazione prettamente storica.
La narrazione dei Vangeli, molto dettagliata e meticolosa in alcuni frangenti, è evidente che sia un manoscritto di rilievo storico. Tutto ciò che è stato riportato nei Vangeli è stato riconosciuto come storicamente accaduto. Quindi noi dobbiamo essere attenti a quello che narrano i Vangeli, perché dichiarano in modo esplicito quello che è successo.
Ad esempio, in un film che ho visto si parlava di una tecnica forense utilizzata in America per arrivare alla verità in un processo. Secondo questa tecnica le varie testimonianze di diversi testimoni che vivono lo stesso episodio, si differenziano per vari particolari omessi, apparentemente banali.
Attraverso questa tecnica però si evince la verità: la parte che omette un testimone viene dichiarata dall’altro, e si crea per questo un cerchio perfetto. Questo detective avrebbe avuto per motivi di lavoro l’obbligo di analizzare i vangeli con questa tecnica forense, che è utile proprio per delineare un fatto come è avvenuto, e ha analizzato un fatto: che tutti e quattro i Vangeli, corrispondono esattamente alle risultanze di un’unica narrazione, così dove una narrazione non chiudeva il cerchio, era l’altra a chiuderla.
I Vangeli, da questo detective, sono stati dichiaratamente definiti, per questa tecnica forense, come portatori di verità storica al 100%. Noi non dobbiamo essere convinti soltanto da fatti storici avvenuti, perché quelli servono per ricostruire e fare un’analisi. Ma dove si basa la nostra fede? Secondo me in questo Vangelo possiamo partire da un punto preciso. Quando Davide dice:
“Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi”. (Mc 12, 36)
Ci chiediamo: cosa significa questo? Sembra una frase quasi cavalleresca. Questo passo invece ha un aspetto di preservazione: Dio ci dice che se noi staremo alla sua destra, se ci metteremo a fianco a Dio, Dio porrà il male sotto i nostri piedi, perché non ci rechi danno. Noi oggi viviamo una fede che è spesso lontana al pensiero del combattimento spirituale, come se non ci fosse, come se fosse una passeggiata, ma non è così.
La nostra vita purtroppo è un combattimento. E il combattimento è contro il male, contro le forze del male, che si manifesta in varie situazioni. L’unico che ci salva è il Signore. Io sono stato a Medjugorje e lì il Signore ha dato la possibilità di prendere l’àncora di Dio, di Maria. Di farci testimoni non solo di questa verità che ci protegge dal male, ma anche da questo sospiro, Spirito, che ci riempie di coraggio cristiano.
Chiediamo al Signore di ritrovare sempre di più il dono di ringraziarlo, sapendo che Gesù è sempre in mezzo a noi, con noi, e se noi lo seguiamo, ci fidiamo, portiamo agli altri questa speranza soprattutto nella prova, saremo ripagati il centuplo, in questa vita e in quella che verrà.
Chiediamogli che la nostra vita non sia una fede spicciola, di apparenza, ma sia una fede intima, interiore, viva, che porti a quel fratello scoraggiato la presenza di Cristo, anche attraverso un’Ave Maria, un silenzio, o attraverso chi parla tanto, come me.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
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