Gesù parla a tutti coloro che soffrono, perché ci dice che dietro alle sofferenze c’è un disegno di Dio, c’è qualcosa di più alto
Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria
Pietro dice a Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente“, e Gesù gli dice: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli”. Come ha fatto Pietro a capire che Gesù era il Figlio di Dio? È la voce che ascoltiamo nel nostro cuore che è Dio, la voce dello Spirito, che ci parla. A Pietro Dio ha detto che Gesù era il Figlio di Dio, e Gesù lo proclama beato perché lui lo ha riconosciuto.
Poi però Gesù dice a Pietro: “Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”. Questo vuol dire che il male c’è davvero in tutte le cose. Dopo aver detto a Pietro “beato te, perché Dio ti ha parlato”, poi gli dice “vai dietro a me, Satana”.
La contaminazione del male
Pietro è il capostipite della fede, la roccia sulla quale Gesù fonderà la sua Chiesa, e un momento dopo Gesù gli dice così. Allora veramente vuol dire che il male sta dovunque. Gesù ci sta insegnando questa cosa, cioè che nella caducità della carne noi siamo coinvolti dal male. Siamo dissuasi, convinti, pilotati dal male. Quante volte il nostro lato umano emerge e va dove vuole lui? Capita a tutti, anche ai bambini.
Siamo come bambini che disobbediscono ai genitori: una parte di noi combatte, poi la parte più debole fa quello che non è bene. Il male ci pilota tutti, non ha pietà per nessuno.
Quando siamo bambini qual è l’atto più naturale davanti ad un altro bambino che gli prende un giocattolo? Dirgli “È mio!” Questo non ha peso, ma è un piccolo semino che è in noi e noi non ce ne rendiamo conto. Questa è la testimonianza che esiste il peccato originale.
Un bambino, 99 volte su 100 è geloso dei suoi giocattoli, è geloso delle sue cose. Io ho 34 nipoti, quindi ho visto che questa è un po’ una tendenza, non da criminalizzare, perché sono bambini. Da bambino presi uno schiaffo in faccia da mio fratello più piccolo, perché avevo dato un morso al suo gelato, tanto che mia madre disse di non aver mai visto un bambino dare uno schiaffo in quel modo, a 2 anni.
La Chiesa è Madre e va aiutata
Com’è possibile? È il peccato originale. Noi non ce ne rendiamo conto, ma siamo in un’umanità sempre più corrotta e contaminata, ci porta ad esserne schiavi.
Oggi se ad una bambina di 11 anni la si chiama “bambina”, lei si offende! A quell’età siamo bambini, ma il mondo ci vuole far diventare sempre quello che non siamo: i bambini adulti e gli adulti bambini. La confusione chi è che la domina? Il male. Per questo il mondo è sempre più disorganizzato e disorientato, perché si stanno togliendo sempre di più le regole, e per questo tante famiglie non durano, e tante realtà, come la stessa Chiesa, sono un po’ contaminate.
Ieri qualcuno mi ha detto: tu difendi sempre la Chiesa! E io gli ho detto: io non la difendo, io dico solamente che la Chiesa, proprio perché ci è stata donata, va aiutata! Se cominciassi a parlarne male, farei un’opera buona o cattiva? Farei un’opera cattiva.
Io posso riconoscere che ci sono cose cattive nella Chiesa, ma la vocazione della Chiesa è la salvezza di tutti gli uomini, quindi io non posso andare contro la Chiesa che è Madre. La Chiesa è chiamata così perché cura i suoi figli, li istruisce, li prepara alla vita che verrà. È madre nella fede, se non ci fosse la Chiesa noi non avremmo i Sacramenti, non avremmo niente, e avremmo avuto un’idea molto distorta di Gesù. La Chiesa va difesa, perché è Madre, e va aiutata.
Il senso della sofferenza
Riguardo questo Vangelo voglio dire un’altra cosa: Gesù esalta Pietro, dicendo che lui sarà la roccia sulla quale fonderà la sua Chiesa e che le porte degli inferi non prevarranno su di essa, quindi dobbiamo stare tranquilli che la Chiesa non verrà distrutta dal male nonostante il combattimento.
Ma un’altra cosa importante è quando Gesù presenta a Pietro i suoi patimenti, e Pietro si scandalizza. Qui Gesù parla a tutti coloro che soffrono, perché ci dice che dietro alle sofferenze c’è un disegno di Dio, c’è qualcosa di più alto.
È difficile accogliere la sofferenza. Una volta parlavo con una persona che mi disse: mi fa più paura la sofferenza che la morte. La morte infatti chiude un punto e se hai fede sia che ti apre quello col Signore, la sofferenza invece te la devi tenere. Allora proprio per questo, noi dobbiamo avere questa forma di abbandono e di accoglienza nonostante il patimento, proprio perché Gesù ci dice che lui andrà a morire per noi ma risorgerà.
Ecco, che resti nel nostro cuore questa risurrezione, che inizi già in questa vita e ci porti a risorgere nello spirito e in Gesù. L’augurio più alto e grande che posso fare è che tutti possiamo risorgere in Cristo accogliendo e accettando la nostra vita, le nostre croci, magari anche quelli che ci sembrano ingiusti. Chiediamo al Signore di poter prendere la parte positiva di tutto quello che soffriamo e patiamo.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.