Come poter mettere in pratica nella nostra vita quello che proclamiamo nel Padre Nostro? Qual è la “polizza assicurativa” per la salvezza contenuta in questa preghiera? Gesù ci insegna a vivere e a pregare.
Perché questa preghiera rispecchia la pienezza? Perché non c’è cosa più grande di quello che Gesù ci ha lasciato.
Riflessioni di Paolo di La Luce di Maria
Credo che Gesù ci abbia fatto un dono grande insegnandoci il Padre nostro, la preghiera perfetta, la preghiera che ci unisce al Signore, la preghiera che ci rende fratelli, la preghiera che parla del perdono, della giustizia, del nostro bisogno di nutrirci del pane quotidiano; la preghiera che santifica Dio, la preghiera che attesta il suo Regno e ci rende bisognosi dell’aiuto di Dio nelle tentazioni del maligno… La preghiera che ci fa capire quanto siamo bisognosi della misericordia di Dio.
Quello che ci ha lasciato Gesù
Sembra veramente tanto breve quanto piena di tutto. Perché questa preghiera rispecchia la pienezza? Perché non c’è cosa più grande di quello che Gesù ci ha lasciato. Una persona un giorno mi ha detto che fare il cristiano è difficile: “Devi rispettare tutti e 10 i comandamenti, ma come fai?“. In realtà i 10 comandamenti, lo ha detto Gesù, sono due: uno è “ama il tuo Dio con tutto il cuore”, l’altro è “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Se prendiamo questi due comandamenti, tutti gli altri li rispettiamo. I dieci comandamenti, che sono chiamati così ma sono in realtà dieci consigli di Dio per vivere bene, sono un po’ più mirati al dettaglio delle nostre vite per vivere nella grazia e nella bellezza della fede, ma è tutto racchiuso in queste due “parole”: ama Dio al primo posto e il fratello tuo come te stesso.
Il significato della preghiera per eccellenza
E qui c’è tutta la bellezza del Padre nostro, perché è una preghiera che unisce il Cielo con la terra: “Padre nostro che sei nei Cieli”: gli dà un’allocazione, “che sei nei cieli”, e prima ancora gli dà un’appartenenza, “nostro”, quindi ci dice che lui è nostro Padre. “Sia santificato il tuo nome”: il suo nome è santo; “venga il tuo regno”: dal punto alto dov’è ora, venga in questa vita, su questa terra. “Sia fatta la tua volontà”: la regola madre per vivere bene. Sia dunque la sua volontà a compiersi e non la nostra. “E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”: proclamiamo la giustizia, e per farlo dobbiamo essere onesti anche con noi stessi.
Poi gli chiediamo di nutrirci con il pane quotidiano, di perdonarci, perché siamo bisognosi, e gli chiediamo di aiutarci a non cadere nelle tentazioni del maligno. È una sorta di riconoscimento da una parte e grido d’aiuto dall’altra. E Dio, che è buono, non lascerà che questa preghiera sia come delle parole al vento, no, Gesù ci ascolta, mette in pratica, accoglie le nostre preghiere.
Per questo siamo qui da quasi 7 anni, chi con più costanza chi meno, perché c’è qualcosa in noi che ha bisogno di rinfrancarsi, di ricordarsi che siamo fratelli, figli di un Papà e una Mamma comuni.
Pregare è come vivere
Allora io credo che il nostro cuore è proprio bisognoso di pregare come il nostro corpo è bisognoso di bere. È una cosa che non capiamo spesso, ma il bisogno di mangiare e bere sono bisogni primari, e così è anche la fede: se non hai la fede nel cuore vivi male, vivi come se fossi un morto che cammina.
Chiediamo quindi al Signore di essere veramente come Gesù ci dice di essere e di poter esercitare nella nostra vita quello che proclamiamo nel Padre Nostro. Una persona mi ha detto una volta che abbiamo una polizza assicurativa per la salvezza nel Padre nostro, ed è: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”… Iniziamo a perdonare, perché se perdoniamo saremo perdonati, e vedremo la gloria di Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.