Gesù ci sta dicendo che non vuole abolire il nostro passato, assolutamente. Ma vuole dare alle nostre vite un pieno compimento
Gesù quando dice: “Non sono venuto ad abolire la Legge ed i Profeti”, vuol dire che tutto ciò che ci è stato dato dalle Scritture è tutto divino, è tutto proveniente dal Signore. Però ci dice anche una cosa sconcertante, una parola che se la accogliamo va ad operare una profonda rottura, e rispetto a che cosa? Agli schemi che noi abbiamo.
Infatti Gesù ci dice: “Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”; vuol dire quindi che mancava qualche cosa. Se mancava qualche cosa vuol dire il Signore oggi è venuto da tutti noi a dirci che non è venuto ad abolire la nostra vita, ma a darne pieno compimento. Gesù ci sta dicendo che non vuole abolire il nostro passato, assolutamente. Ma vuole dare alle nostre vite un pieno compimento, vuole che cominciamo a vivere in lui, nella sua essenza.
A volte non ci rendiamo conto, ma Gesù noi lo ridimensioniamo. È vero che facendosi pane Gesù ci aiuta a immaginarlo ridimensionato, a vederlo “piccolo”, anche passeggero in un certo senso… Ma nella realtà, quando pronunciamo il nome di Gesù, stiamo dicendo la parola “vita eterna”. Lui è la vita. “Io sono la vita”, ci dice Gesù.
Quando noi moriremo in questo tempo terreno, entreremo nella sua pienezza, perché lui è la vita eterna, cosa che pochi riescono a comprendere. Quando diciamo che Gesù è andato a morire sulla Croce, lì non è morto solo un uomo in Croce, è la vita che è andata sulla Croce.
E la vita non può morire: lui è andato a prendere la morte del corpo, per ritornare ciò che lui è: la vita. La forza della nostra speranza si radica in lui, in quel gesto incredibile, dove lui si è veramente ridimensionato nella nostra umanità, nella nostra carnalità, e ha preso su di sé la morte.
Penso di avere la presunzione e la certezza di poter asserire che la vita è più forte della morte. Ce l’ha dimostrato Cristo. Gesù ci sta dicendo che lui è la vita. Quando noi nominiamo il suo nome, nominiamo la vita eterna. Noi entreremo dentro Gesù, perché lui è il Paradiso.
Noi non ci rendiamo conto di tutto questo, perché “vediamo” solo un’entità umana, a volte “minuscola” nel Corpo di Cristo, ma è tutto. Quando noi capiremo che lui è tutto e che noi non siamo nulla, e che quando lui ci dice “senza di me non potete fare nulla”, non ce lo dice perché ci vuole far star tutti “al posto nostro”, ma perché senza di lui non c’è vita eterna.
Senza di lui questa vita non avrebbe senso, speranza, non avrebbe verità, non avrebbe nulla. Ringraziamo Gesù che ci fa il dono di questa Parola che ci invita non solo ad osservare i comandamenti, ma anche a comprendere chi è Gesù, come ragiona, cosa ci chiede e cosa si aspetta da noi.
Un giorno saremo ripagati per mille e mille volte per le nostre sofferenze, perché Dio è giusto. Gesù è la vita è la salvezza, è la nostra gioia. E se questo scorcio di preghiera è un sollievo, allora veramente vuol dire che Gesù è una cosa bella da avere e sentire nel cuore. Auguro a tutti l’abbandono nel Signore.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.
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