“Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. Questa la Parola del Signore di oggi tratta dal Vangelo di Giovanni.
Il Messia spiega a Nicodemo che la missione del Figlio di Dio non è quella di condannare il mondo, ma quella di salvarlo dal peccato.
Nicodemo, incuriosito dalla sapienza e dalle azioni di Gesù Cristo, lo raggiunge per conferire con lui e comprendere se davvero è il Figlio di Dio. Tra i due c’è un intenso scambio di opinioni basato sulle Sacre Scritture che punta ad identificare non solo l’identità del Messia, ma anche la sua missione. Alla fine Gesù gli fa capire che la missione affidata da Dio al Messia non è la condanna dei peccatori, ma la salvezza delle loro anime.
Dal Vangelo secondo Giovanni (3, 13-17):
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Commento alla Parola di oggi
Il Sacrificio compiuto da Gesù può sembrare una sconfitta ad un occhio disattento. D’altronde chi ha vissuto la sua crocifissione e la sua morte, non ha potuto fare altro che provare dolore per la sofferenza che ha provato. Lo stesso capita al fedele che osservando la croce non può che provare empatia e dispiacere. La Parola di oggi ci spiega, tuttavia, che così come hanno fatto anche i discepoli, bisogna comprendere che quel sacrificio non è fine a sé stesso, ma è lo strumento attraverso il quale si può giungere alla redenzione.
Luca Scapatello