“Signore, cosa sarà di lui?”. Pietro chiede quale sarà il destino del discepolo amato da Gesù, la Parola del Messia in questo caso rimane misteriosa e si presta ad interpretazioni.
I discepoli credettero infatti che il Messia intendesse dire che l’amato non sarebbe morto, ma queste non furono esattamente le sue parole.
Il Messia ha informato i discepoli che dopo la sua scomparsa dovranno andare in giro per il Mondo a diffondere la sua Parola. Successivamente ha pregato il Padre Eterno, intercedendo per loro affinché li considerasse i diretti continuatori della sua missione di conversione del popolo di Dio. Infine aveva assegnato a Pietro un compito importante, pascere il gregge del Signore, diventarne la guida morale e spirituale in sua vece. Adesso chiede a Pietro di seguirlo e quando questo si accorge della presenza del discepolo amato alle loro spalle gli chiede: “Signore, cosa ne sarà di lui?”.
“In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”.
Come avete visto Gesù risponde a Pietro che deve continuare a seguirlo e non porsi problemi su quale sia il destino scelto per l’apostolo amato. In tale risposta c’è un alto valore simbolico: Pietro, simbolo della fede viva e sempre bisognosa di conferme deve continuare a seguire i precetti del Messia, mentre Giovanni, simbolo dell’amore deve rimanere in vita sino al ritorno di Cristo.
Erroneamente i discepoli interpretarono alla lettera le parole di Cristo, pensando che Giovanni avrebbe vissuto in eterno sino al ritorno di Gesù sulla terra. In realtà è lo stesso Giovanni che nel passo del Vangelo chiarisce il reale tenore delle parole del Messia, il quale non dice che vivrà in eterno, ma che se egli volesse così non è affare che riguarda gli altri. In sunto la fede deve rimanere viva, come faccia questa ad alimentare l’amore divino è questione che rimane mistero della stessa.
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Luca Scapatello
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