Accrescere la nostra fede, questo vuole fare Gesù. Ma noi sappiamo seguire i suoi insegnamenti? Padre Guy ci offre una chiave di lettura al Vangelo di oggi.
La meditazione sul Vangelo di domenica 24 Novembre 2019 del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi Solennità di Cristo Re.
L.d.M. – Con questa Domenica si chiude l’anno liturgico. La Chiesa lo fa celebrando Cristo Re dell’Universo. Padre Guy perché questa ricorrenza arriva proprio in questo momento?
P. Guy – Carissimi Fratelli e carissime sorelle, pace e bene. Prima di iniziare la nostra meditazione, rispondo a questa domanda facendo un po’ di storia.
P. Guy – «La solennità di Cristo Re è stata introdotta da Papa Pio XI con l’enciclica “Quas Primas” promulgata, a conclusione del Giubileo, l’11 dicembre 1925. Opinione del Pontefice era che: “perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è possibile”. Per fare ciò, “Ci sembra che nessun’altra cosa possa maggiormente giovare quanto l’istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re”.
L.d.M. – La solennità è stata dunque un preciso volere del Papa ma perché in questo momento?
P. Guy – Perché vuole essere “punto di riferimento”, un faro tra la fine dell’anno liturgico in corso e l’inizio di quello nuovo.
L.d.M. – Padre Guy spieghiamo Che cos’è l’anno liturgico?
P. Guy – Potremmo dire che è l’anno della Chiesa e dei fedeli. È la celebrazione della vita di Gesù compiuta nell’arco di un anno che viene suddiviso in cinque “tempi”.
L.d.M. – Ricordiamo quali sono?
P. Guy – Il primo tempo è quello di Avvento: quattro settimane che iniziano con i primi vespri della domenica successiva alla festa di Cristo Re e terminano con i vespri del 24 dicembre, prima di Natale. Come suggerisce il termine “Avvento”, questo è il periodo di preparazione al Natale, che culmina nella settimana dal 17 al 24 dicembre. Dopo l’Avvento arriva appunto il tempo del Natale, in cui celebriamo la nascita del Figlio di Dio, la festa della Santa Famiglia (la domenica tra Natale e Capodanno), la solennità di Maria Madre di Dio (1 gennaio), l’Epifania (la manifestazione del Signore al mondo, il 6 gennaio) e il Battesimo di Gesù (prima domenica dopo l’Epifania).
L.d.M. – Cosa viene dopo il tempo del Natale?
P. Guy – Dopo il tempo del Natale viene il tempo Ordinario, diviso in due periodi: il primo arriva fino al mercoledì delle Ceneri; il secondo parte dopo la Pentecoste e termina nella domenica dedicata al Cristo Re. Sono 34 settimane, durante le quali si riflette sul mistero di Cristo e del cammino accompagnato dalla sua Parola.
L.d.M. – Quindi per cominciare, ci si prepara a Natale. Sequela prima parte del tempo ordinario fino al mercoledì delle Ceneri e poi?
P. Guy – Inizia il tempo di Quaresima: sono i 40 giorni che precedono e preparano alla Pasqua, momento di conversione e di preghiera. Le domeniche di Quaresima sono cinque; la sesta è la Domenica delle Palme, in cui inizia la Settimana Santa, la più importante dell’anno.
L.d.M. – Quali sono i momenti più importanti della Settimana Santa?
P. Guy – Il Giovedì Santo (Ultima Cena e istituzione dell’Eucaristia) e la lavanda dei piedi. Il Venerdì Santo in cui non si celebra la messa, ma si ricorda la Passione e la morte di Gesù. Infine, vi è il tempo di Pasqua: 50 giorni che vanno dalla domenica di Pasqua (Risurrezione di Cristo) alla Pentecoste (effusione dello Spirito Santo sui discepoli).
L.d.M. – Grazie padre Guy per questa piccola catechesi sull’anno liturgico. Torniamo ora alla liturgia di oggi. Cosa ci racconta l’Evangelista in questo brano?
P. Guy – Nel Vangelo di oggi, Luca ci invita a scoprire nel contesto della passione, il nostro Re. Carissimi, durante la Sua vita terrena, prima della Sua Risurrezione, Gesù non era mai stato riconosciuto come Messia né come Re, come Colui che viene nel mondo, dal seno del Padre, per salvarlo.
L.d.M. – Come era considerato Gesù?
P. Guy – Tutti lo consideravano come un Re della terra. È per quello motivo che la folla aveva voluto prenderlo, per farlo Re (Gv 6, 15). In un altro episodio, la moglie di Zebedeo, aveva chiesto a Gesù se i suoi figli (Giacomo e Giovanni) potessero essere accanto a Lui, uno a destra, uno a sinistra, (Mc 10, 37). Probabilmente, in questo brano, Luca vuole farci capire che questo uomo di dolore, deriso anche dai soldati che gli si accostavano per porgergli dell’aceto dicendo «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso», è Lui, il Salvatore, il Re, perché sulla croce tutto si è compiuto.
L.d.M. – Ma i soldati e il ladrone alla fine lo riconosceranno come Re.
P. Guy – Effettivamente, Gesù verrà riconosciuto Re dai soldati, dal ladrone, sulla croce. Ma anche Pilato, in un dialogo, aveva chiesto a Gesù, se lui fosse un Re: « Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Gesù aveva risposto: «Tu lo dici: io sono re », specificando, però, che il suo regno non era di questo mondo : «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». (Gv,18,33b-37).
L.d.M. – Pilato lo fa anche scrivere, giusto?
P. Guy – Certo. Il pensiero di Pilato verrà confermato da quanto egli stesso fece scrivere sulla croce: «Costui è il re dei Giudei» (Gv 19, 19). A chi gli chiedeva perché aveva scritto cosi, Pilato rispose: “ciò che ho scritto, ho scritto” (Gv 19,22).
L.d.M. – Padre Guy in cosa consiste realmente la regalità di Cristo?
P. Guy – La celebrazione di oggi ci permette di comprendere la regalità di Gesù : «Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità» (Gv 18, 33b-37). La regalità di Gesù consiste nel dare testimonianza alla verità, Lui stesso è la verità. (Gv14,6). Ma «Che cosa è la verità» (Gv 18,38), domanda Pilato.
L.d.M. – Che cos’è la verità?
P. Guy – Biblicamente verità equivale a realtà svelata per ciò che essa è; in maniera tanto solida e stabile da resistere all’usura del tempo, non soggetta a fluidità e transitorietà. Per l’evangelista Giovanni tale verità è venuta per mezzo di Gesù Cristo (Gv 1,17), da Lui detta e attestata (Gv 8,40.45s; 16,7; 18,37), e nel Suo dire e attestare è Dio stesso a esservi implicato (Gv 5,19s.36s; 8,19.26.28; 12,50).
L.d.M. – Che re vuole essere Gesù?
P. Guy – Carissimi, se i re e governanti di questo mondo tengono il potere legislativo, giudiziario e esecutivo, e dominano sui soggetti ( cf. Mc 10, 35-45), Gesù non è un dominatore. Lui è venuto per testimoniare la vera giustizia, il vero amore, la vera legge, quella dell’amore, la vera misericordia, il vero perdono, perché tutto lui appartiene (Gv 1,3; Col 1,16).
L.d.M. – Gesù è tutto.
Cristo è « l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine (Ap 22,13) ; un Re che è venuto per servire non per essere servito, «Tu pascerai il mio popolo, tu sarai capo d’Israele» ( Prima lettura 2Sam 5, 1-3). La regalità di Gesù non ha confine né fine, il suo regno è eterno, è Re dell’universo.
L.d.M. – Perché nella preghiera del Padre Nostro noi diciamo “venga il Tuo Regno”?
P. Guy – Perché la regalità appartiene solo a Dio, egli dà vita al suo popolo, gli porge i codici di vita. L’umanità chiede così a Dio di stabilire il suo dominio sulla terra, rovesciando i potenti dai loro troni, innalzando gli umili. Perciò, carissimi, insieme a San Paolo nella seconda lettura, ringraziamo con gioia il Padre che ci ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Chi ha orecchi per intendere, intenda!
Buona domenica e buona festa
Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.
Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.
Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.
“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.
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