“La ricchezza da accumulare è una sola” Come meditare Parola di oggi? Il nostro Padre Guy ci offre una chiave di lettura al Vangelo di oggi.
La meditazione del Vangelo di questa domenica 4 di Agosto 2019 del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi.
L.d.M. – In questa diciottesima domenica del tempo ordinario, ci troviamo dinanzi ad brano di Luca che tocca un tema estremamente attuale. Quello della ricerca dei beni materiali. Padre Guy come affronta questa tematica Gesù?
P.Guy – Carissimi fratelli e sorelle, pace e bene. “Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché,…, la vita non dipende da ciò che si possiede”. Questo è l’invito di Gesù a ognuno di noi riguardo la gestione o la nostra ricerca frenetica della ricchezza.
L.d.M. – Padre Guy ma è peccato che l’uomo sia ricco?
P.Guy – Non è peccato che l’uomo sia ricco, ma è peccato quando, essendo ricco, si chiude in se stesso, come possiamo leggere nella parabola dell’uomo ricco e nell’episodio di Lazzaro (Lc 16, 19-31). Il mondo di oggi ci offre tante opportunità per essere ricchi con o senza difficoltà: il lavoro degno ed indegno, lecito ed illecito, i giochi d’azzardo (che rovinano chi li pratica), le scommesse (idem), rubare, truffare, chi inventa delle scuse per non andare a lavorare, chi si mette in malattia per non andare a lavoro, ma poi pretende i soldi dello stipendio. L’eredità.
L.d.M. – Quante famiglie litigano e si dividono a causa dell’eredità?
P.Guy – Quante persone ne sono morte? Quanti familiari non si parlano più a causa d’eredità? Il Signor Dio ci ha creati per guadagnare lecitamente affinché possiamo servire i bisognosi.
L.d.M. – Tante volte sentiamo dire: Dio è contro la ricchezza. Cosa c’è di vero in questo?
P.Guy – Nulla, non può essere vero. Dio non può essere contro i beni materiali, li ha creati lui, sta a noi farne buon uso. Egli ci ha dato le mani per lavorare e quindi guadagnare, secondo le capacità di ciascuno. Il problema è sapere che cosa facciamo della ricchezza? Ci arricchiamo per noi stessi o per vivere la povertà evangelica cioè la condivisione (Rm 14, 7-12; 1P 4, 10)? Il Signore è contro l’affanno, la bramosia, l’arricchimento illecito.
L.d.M. – Ci parli un po del senso della ricchezza?
P.Guy – Vi è una ricchezza che si richiude sull’uomo e si trasforma in un punto del complesso ingranaggio terreno. Vi è poi la ricchezza davanti a Dio, la ricchezza che apre la vita degli uomini al mistero, al di là delle frontiere della morte, nelle stesse radici dell’esistenza. La ricerca o il cumulo dei beni materiali potrebbe allontanarci dall’uomo, di conseguenza, da Dio che è principio della nostra esistenza.
L.d.M. – I soldi ci cambiano?
P.Guy – Purtroppo il più delle volte si. Ci sono delle persone, che fino a ieri mangiavano, facevano quasi tutto con i loro amici, poi, una volta che “hanno fatto i soldi” cominciano a guardarli dall’alto, li salutano a distanza, non c’è più una stretta di mano. Non hanno più tempo, devono pensare ai soldi, così nasce il disprezzo per gli altri.
L.d.M. – Qual è la conseguenza di chi si comporta così?
P.Guy – La risposta l’abbiamo nell’esempio preso da Gesù nel Vangelo. Gesù parla di un uomo ricco che viveva per se, e, che diceva alla sua anima: “anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”.
L.d.M. – Alla luce di tutto questo di cosa, un cristiano, deve realmente preoccuparsi?
P.Guy – Ecco carissimi, stolto è un cristiano che cerca di accumulare i beni o a vivere senza pensare alla sua anima o peggio agli altri. Nei tempi di oggi, la nostra preoccupazione risiede purtroppo nel mangiare, bevere, fumare, vestirsi. Raramente ci preoccupiamo della preghiera, della messa, della visita agli ammalati.
A natale o a Pasqua, per esempio, ci preoccupiamo spesso del numero degli invitati, di che cosa cucinare, ma non di pensare a “che messa andremo a partecipare”. Qoelet dice: “Sta’ lieto, o giovane, nella tua giovinezza, e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù. Segui pure le vie del tuo cuore e i desideri dei tuoi occhi. Sappi però che su tutto questo Dio ti convocherà in giudizio” (Ecclesiaste 11,9).
L.d.M. – Gesù ci invita quindi a non ad essere non schiavi delle cose terrene. Qual è l’arricchimento che va cercato?
P.Guy – Gesù ci chiede di arricchirci davanti a Dio cioè fare l’elemosina, aiutare il povero. Cerchiamo prima il regno di Dio e la sua giustizia (Mt 6,33). San Paolo nella seconda lettura ci dice: “Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio”. Carissimi, Gesù ci dice di fare attenzione e di tenerci lontano da ogni cupidigia, avidità, perché la vita non dipende da queste. Vanità delle vanità: tutto è vanità. Ciò che possediamo resterà sulla terra e gli altri se ne occuperanno. Chi ha orecchi, ascolti.
Signore risorto, effondi con abbondanza il tuo Spirito dentro i nostri cuori, perché con la sua energia e il suo profumo possiamo abitare gli spazi della nostra vita consueta con una rinnovata passione d’amore, senza più fuggire, ma abitando ogni angolo di mondo…, prima fra tutti il nostro cuore, che è ormai la tua dimora. Alleluia!( (Lezionario quotidiano 2)
Se vuoi leggere il vangelo di oggi – Vangelo secondo Luca 12,13-21
Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.
Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.
Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.
“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.
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