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Il Vangelo del Giorno

Commento al Vangelo di oggi 21 Luglio: la parte migliore non ti sarà tolta

“Tra Marta e Maria tu chi sei?”. Come meditare il Vangelo di oggi?

Ci risponde il nostro Padre Guy nel commento alle letture ed al Vangelo di oggi.

La meditazione del Vangelo di questa domenica 21 di Luglio 2019 del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi.

Commento al Vangelo secondo Luca 10,38-42

L.d.M. – In questa sedicesima domenica del tempo ordinario, il liturgista ci pone dinanzi ad un brano molto significativo che ruota attorno ai due diversi atteggiamenti che Marta e Maria tengono al cospetto di Gesù. Padre Guy come si possono interpretare questi due comportamenti apparentemente opposti?

P. Guy – Carissimi fratelli e sorelle, pace e bene. Da un po di tempo, stiamo seguendo Gesù che ha preso una ferma decisione: salire a Gerusalemme. Nella tredicesima domenica (Lc 9,51-62), Gesù e i suoi discepoli non erano stati accolti in un villaggio samaritano, tanto da dover intraprendere un cammino verso un altro villaggio. Nel Vangelo odierno, Gesù, sempre in cammino, è stato invece accolto a Betania dai suoi amici che lui amava (Gv 11, 1.43), Marta, Maria e Lazzaro. Diciamo che non è la prima volta che Gesù viene accolto in questa famiglia, succedeva spesso (Cf. Mc 11,11; Mt 21,17; Gv 12,1-11).

L’accoglienza

L.d.M. – Questa accoglienza a Betania, ci riporta un po’ alla prima lettura?

P. Guy – Certo, questa accoglienza ci fa pensare a quella di Abramo della prima lettura. Come Abramo che “andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce», cosi anche Marta si era dedicata al servizio, mentre sua sorella, Maria, era presa nell’ascolto della Parola di Gesù, Maestro.

L.d.M. – Padre Guy, perché questi due diversi atteggiamenti di Marta e Maria?

P. Guy – Cerchiamo di comprendere questi due atteggiamenti. A proposito dell’accoglienza, la lettera ai ebrei ci insegna: “L’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli. (Eb 13, 1-2)”. Carissimi, curiamo i nostri ospiti. Abramo, accogliendo bene i suoi ospiti, ha avuto una grande ricompensa: diventerà padre. Ora cerchiamo di conoscere le due figure di Marta e di Maria.
Generalmente si mettono in opposizione Marta e Maria come l’azione e la contemplazione. Leggendo questo brano sembra che Marta non fosse interessata alla Parola ma soltanto al servizio “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti» (azione) mentre Maria sembrerebbe non importare del servizio ma solo della Parola “seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola” (contemplazione).

Chi sono Marta e Maria

L.d.M. – Quindi due modi diversi modi di porsi difronte a Cristo. E’ questa la prospettiva che vuol dare San Luca?

P. Guy –  No. “Questa prospettiva non è esatta” dice Javier PIKAZA (nel Commento della Bibbia liturgica). Pensiero che io condiviso.  Anzitutto perché, Gesù non era contro il servizio di Marta, non contesta nell’operosità di Marta, il valore di accoglienza riguardo alla sua persona. Il servizio (la diaconia) è importante in famiglia, in comunità. Per esempio, nel libro degli Atti degli Apostoli, Luca testimonia un conflitto tra il servizio a tavola e il servizio della Parola, che viene poi risolto attraverso una ripartizione dei servizi: agli apostoli compete annunciare il Vangelo, mentre ad altri sette credenti il servizio a tavola (At 6,1-6).

L.d.M. – Cosa dunque viene rimproverato a Marta?

P. Guy –  Il rimprovero di Gesù a Marta riguarda il suo modo di fare: l’affanno e l’agitazione. Anche su questi rischi Gesù si era già pronunciato: «Cercate prima il regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta» (Lc 12,31). Possiamo pensare che Marta, probabilmente, era divisa nel cuore suo tra il desiderio di servire Gesù con un pasto degno della sua persona e il desiderio di dedicarsi all’ascolto di Lui. Questo fatto, aveva creato in lei ansia, una grossa tensione presa dai tanti lavori.

L.d.M. – E’ questo il significato della risposta di Gesù a Marta?

P. Guy – Certamente, La risposta di Gesù lo dimostra: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno”. Effettivamente, l’unica cosa di cui c’è bisogno è la Parola di Dio. Attenzione, non si tratta di abbandonare il servizio per la parola o viceversa, ma cominciare ogni cosa con l’ascolto e la messa in pratica della Parola di Dio. Questa Parola è luce sul nostro cammino (Salm 118, 105).

L.d.M. – Chi rappresenta Marta?

P. Guy – A questo punto, Marta rappresenta tutte le persone che, prese da tanti lavori, corrono i rischi dell’affanno e dell’agitazione. Le preoccupazioni di questo mondo gli impediscono di mettere in pratica la parola del Signore, come nella parabola del seminatore “Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione” (Lc 8,14). Queste persone, oggi, mancano nella preghiera, nella messa, nelle visite ai malati, ai familiari, agli amici.

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Non preoccupiamoci, c’è Gesù

P. Guy – Perché hanno ricevuto gli ospiti a casa? Questi ospiti non possono pregare? Non possono andare a messa? Ricordiamoci di queste parole di Gesù: non preoccuparsi delle parole da pronunciare per difendersi quando si è accusati a causa sua (cf. Lc 12,11); non preoccuparsi per il cibo e il vestito (cf. Lc 12,22-29); non lasciarsi prendere dall’agitazione per la vita, nell’attesa della venuta del Figlio dell’uomo (cf. Lc 21,34-35)

L.d.M. – E riguardo alla figura di Maria?

P. Guy – Per quanto riguarda Maria, Gesù non l’ha rimproverata per il fatto che non aveva aiutato la sorella, soltanto dice, rispondendo a Marta: “Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. L’atteggiamento di Maria contrasta con quello pieno di affanno e tensione della sorella. Gesù dice che Maria ha preferito «la parte buona» che corrisponde all’ascolto della Sua Parola. Dalle parole di Gesù il lettore apprende che non ci sono due parti di cui una è qualitativamente migliore dell’altra, ma c’è soltanto quella buona: accogliere la Sua Parola. Questa attitudine non significa evasione dai propri compiti o responsabilità quotidiane, ma soltanto la consapevolezza che l’ascolto della Parola precede ogni servizio, attività.

L.d.M. – Quindi chi rappresenta Maria?

P. Guy – Maria rappresenta tutte le persone che iniziano le loro giornate, attività con la lettura, la meditazione della Parola di Dio: “Signore, ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento”. Carissimi, Luca nel presentarci questo brano, ci vuole fare capire che non si tratta di dividere la giornata in tempi da dedicare alla preghiera e altri al servizio, ma l’attenzione alla Parola precede e accompagna il servizio. Il desiderio di ascoltare Dio non può essere supplito da altre attività: bisogna dedicare un certo tempo e spazio a cercare il Signore. Caro fratello, cara sorella:
– Tu, come inizi tutte le tue giornate e attività?
– Tra Marta e Maria, chi sei?

Preghiamo insieme a Padre Guy

Signore risorto, effondi con abbondanza il tuo Spirito dentro i nostri cuori, perché con la sua energia e il suo profumo possiamo abitare gli spazi della nostra vita consueta con una rinnovata passione d’amore, senza più fuggire, ma abitando ogni angolo di mondo…, prima fra tutti il nostro cuore, che è ormai la tua dimora. Alleluia!( (Lezionario quotidiano 2)

Se vuoi leggere il vangelo di oggi – Vangelo secondo Luca 10,38-42

Chi è Padre Guy

Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.

Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET  viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.

Perché è in Italia

Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.

“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.

© Riproduzione riservata

Cristiano Sabatini

Scritto da
Cristiano Sabatini

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