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Commento al Vangelo di oggi 26 Maggio, Padre Guy: Gesù lo amiamo ascoltando

“L’amore di Gesù è la novità”. Come meditare il Vangelo di oggi?

Ci risponde il nostro Padre Guy nel commento alle letture ed al Vangelo di oggi.

La meditazione del Vangelo della VI Domenica di Pasqua del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi.

Commento al Vangelo secondo Giovanni 14,23-29

L.d.M. – Anche in questa sesta domenica di Pasqua, il liturgista ci riporta al discorso di addio di Gesù analizzandone un’altra parte fondamentale. Padre Guy cosa dice Gesù ai discepoli e quindi a tutti noi?

P. Guy – Carissimi pace e bene. La perìcope di questa sesta domenica di Pasqua (Gv 14, 23-29) è la parte finale del discorso di addio che Gesù aveva rivolto ai suoi discepoli. Discorso che prende inizio alla fine del capitolo 13 al versetto 33: “Figlioli, ancora per poco sono con voi”.  Il tema sul quale mediteremo sarà dunque questo: “Se uno mi ama, osserverà la mia….prenderemo dimora presso di lui”

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Il comandamento dell’Amore

L.d.M. – Il Vangelo di Giovanni è il Vangelo dei segni ma anche, e soprattutto, il Vangelo dell’Amore. Come conclude Gesù la sua permanenza tra i discepoli? Cosa ci lascia tramite loro?

P. Guy – In questo discorso, Gesù lascia ai suoi collaboratori il comandamento dell’amore invitandoli ad amarsi gli uni gli altri. Quest’amore degli uni verso gli altri scaturisce dall’ascolto cioè dall’osservanza della parole del Signore: “se uno mi ama osserverà la mia Parola”. La conseguenza di quest’osservanza della Parola è che il Padre e il Figlio prenderanno dimore in colui che ama ed osserva la Parola di Dio.

L.d.M. – Padre Guy ci aiuti a comprendere meglio questo concetto di “dimora”

P. Guy – Il concetto “dimora”, per eccellenza era il Tempio di Gerusalemme ( cf. Sal 121,1; 131,3-14; Is 6; 60), e prima ancora la tenda (Nm 14,10; Es 26-27) il luogo della presenza di Dio in mezzo agli uomini. Già il re Salomone durante la cerimonia di consacrazione del tempio si chiedeva come fosse possibile che Dio, grande e infinito, potesse ridursi a dimorare in una casa fatta da mani d’uomo (1 Re 8,27). Il dimorare di Dio in mezzo agli uomini era anche una delle promesse più importanti fatte dai profeti (ad es. 37,26-27 e Zc 2,14).

L.d.M. – Una promessa che si è realizzata con l’incarnazione.

P. Guy – Esattamente. Il Verbo di Dio, attraverso la sua Incarnazione ha compiuto la promessa della presenza di Dio in mezzo agli uomini (1,14), ha posto una dimora definitiva tra noi. Adesso è la volta del credente, che grazie alla sua unità con il Figlio, diventa dimora di Dio. Per Giovanni la dimora di Dio è l’uomo: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.

L.d.M. – Possiamo definirlo un discorso universale?

P. Guy – Certamente. Carissimi, nel suo discorso, Gesù si rivolge non soltanto ai discepoli presenti nel cenacolo, ma a quelli di tutti i tempi. Gesù infatti non usa più il voi, ma parla in modo impersonale: “se qualcuno mi ama…”, “chi osserva…”. Nel meditare il nostro brano del Vangelo, sentiamo il desiderio profondo di Gesù di venire ad abitare in noi, lui ed il Padre, cioè fare di noi il loro tempio.

Padre Guy: come essere tempio di Dio

L.d.M. – Cosa è necessario per essere tempio di Dio?

P. Guy – Due cose: amarlo ed osservare la sua Parola. Purtroppo, talvolta, le vicissitudini della vita favoriscono l’indurimento del nostro cuore impedendoci di amare il Signore e di osservare la sua Parola. Perciò, la lettera agli ebrei, per aiutarci ad essere in comunione con il Signore, per essere una sola cosa con Lui (GV 17,21) ci invita a non indurire il cuore (Eb 4,7). Peraltro, San Paolo ci chiede: Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se qualcuno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui, perché il tempio di Dio, che siete voi, è santo; o non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?” ( 1Co 3, 16-17; 6, 16);

L.d.M. – E’ una cosa che dimentichiamo spesso

P. Guy – Caro fratello, cara sorella, ti ricordi veramente che sei il tempio di Dio? Che lo Spirito Santo abita in te? Se turbato? Ti manca la pace? La serenità? Stai cercando i miracoli? Stai chiedendo a Dio un favore che toglie il malocchio, le fatture, la maledizione? Come pensi di ottenere tutto ciò, se non sai che il Padre ed il figlio abitano in te? Dove pensi di trovare il Signore, se non nel tuo cuore? Il Santo padre, papa Benedetto XVI diceva “se il mondo va male è perché ha cacciato via Dio dal suo cuore”, cioè l’uomo non si considera più dimora di Dio.

L.d.M. – Di cosa ci siamo riempiti?

P. Guy – In effetti, chiediamoci: di che cosa è pieno il nostro cuore? Che cosa è prioritaria nella nostra vita? Qual è il posto di Dio nella nostra vita? Nella giornata, quanto tempo consacriamo al Signore? Quanto tempo passiamo davanti la TV? Quante ore passiamo su whatsapp, facebook, instagram, ecc? Stiamo vivendo in un mondo in cui il ritmo del lavoro, l’uso eccessivo dei frutti della scienza e della tecnologia, ci stanno allontanando dal Signore.

L.d.M. – E quindi non preghiamo più

P. Guy – In pratica si.  Non abbiamo più il tempo di pregare, di andare a messa, di costituire e costruire la famiglia, ecc. Diciamo sempre che non abbiamo tempo. Non  abbiamo tempo quando si tratta di restare con il Signore, per altre cose, il tempo lo troviamo, sempre. Non conviene darci una regolata?

State lontani dagli idoli

L.d.M. – Dalla prima lettura abbiamo ascoltato “Farete cosa buona a stare lontani da queste cose». Qual’è il senso che dobbiamo dare a questo “stare lontani”?

P. Guy – Stare lontani, non nel senso usato dai discepoli ( i discepoli parlano di astenersi dalle carni offerte agl’idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime), ma nel senso di distaccarci.

Carissimi, se Gesù con il Padre, vogliono prendere dimora in noi è perché desiderano portarci la pace, la gioia affinché il nostro cuore non abbia timore ma forza. Forza di affrontare ogni cosa della vita e nella vita.

L.d.M. – Cos’altro ci dona Gesù per accrescere questa forza?

P. Guy – Gesù, in più, ci darà il Paràclito, il soccorritore, il consolatore, ovvero quello Spirito Santo che il Padre manderà nel nome del Figlio. Sarà lo Spirito Santo che ci insegnerà e ci ricorderà ogni cosa.

Preghiamo con Padre Guy

Signore risorto, con te vogliamo di nuovo imbarcarci nell’avventura di un amore che si fa scoperta di nuove terre, di nuovi linguaggi, di gesti diversi, Ti chiediamo solo di continuare ad amarci anche quando noi ci sentiamo fallire nell’amore. Il tuo amore infatti è sempre vittorioso. Alleluia!

Se vuoi leggere il vangelo di oggi – Vangelo secondo Giovanni 14,23-29

Chi è Padre Guy

Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.

Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET  viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.

Perché è in Italia

Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.

“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.

Cristiano Sabatini

Scritto da
Cristiano Sabatini

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