Accrescere la nostra fede, questo vuole fare Gesù. Ma noi sappiamo seguire i suoi insegnamenti? Padre Guy ci offre una chiave di lettura al Vangelo di oggi.
La meditazione sul Vangelo di domenica 3 Novembre 2019 del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi.
L.d.M. – In questa 31ma domenica del tempo ordinario, il Vangelo ci propone l’episodio di Zaccheo. Padre Guy, che insegnamento possiamo cogliere da questa Parola?
P.Guy – Carissimi, pace e bene! Oggi la Liturgia ci invita a meditare l’incontro tra Gesù e Zaccheo, il capo dei pubblicani. Per comprendere questo Vangelo, è importante considerare prima alcuni particolari. Durante il viaggio, non si sapeva bene dove andasse Gesù. Si sapeva solo che si dirigeva verso Gerusalemme! Solo Ora, alla fine del Suo cammino, l’itinerario è per noi chiaro e definito.
L.d.M. – Per comprendere bene questo brano, come del resto tutta la scrittura è dunque importante riuscire a calarci nella narrazione contestualizzare il momento. Padre Guy dove ci troviamo?
P.Guy – Gesù è giunto a Gerico, la città delle palme, nella valle del Giordano. Ultima fermata dei pellegrini, prima di salire verso Gerusalemme! Qui dove dopo 40 anni terminò il lungo cammino dell’esodo attraverso il deserto.
L.d.M. – Perché anche Gesù sceglie proprio Gerico?
P.Guy – Perché anche l’esodo di Gesù era terminato. All’entrata di Gerico, Gesù incontra un cieco che voleva vederlo (Lc 18,35-43). Ora, all’uscita di questa stessa città, incontra Zaccheo, un pubblicano: anche lui vuole vederlo.
L.d.M. – Un cieco ed un pubblicano. Cosa rappresentano queste due figure?
P.Guy – Gli esclusi. I due erano esclusi, scomodavano la gente: il cieco con le sue grida, il pubblicano con le sue imposte.
L.d.M. – Cosa vuole insegnarci Gesù attraverso questi esclusi?
P.Guy – L’accoglienza. I due sono accolti da Gesù, ognuno a modo suo, nonostante la loro situazione peccaminosa. «È entrato in casa di un peccatore!». Ecco ci vuole dire questa Liturgia: il Signore li ha accolti: “Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata” ( Cf. prima lettura, Sap 11,22 – 12,2).
L.d.M. – Padre Guy com’è questo incontro tra Gesù e Zaccheo?
P.Guy – Zaccheo, prova, il desiderio, la curiosità di sapere chi è Gesù e si per questo va sulla strada che egli deve precorrere. Gesù lo vede e gli chiede d’invitarlo a pranzo a casa sua. In quell’instante, Zaccheo scopre che accettare Gesù comporta un cambiamento di atteggiamento e di condotta. La conferma viene da Gesù stesso: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo”.
L.d.M. – Come entra la salvezza in casa di Zaccheo?
P.Guy – Carissimi, la salvezza, secondo me, è entrata nella casa di Zaccheo per tre motivi:
L.d.M. – Padre Guy come possiamo approfondire calare questi tre concetti nella nostra vita quotidiana?
P.Guy – Partiamo dal desiderio: Zaccheo era di piccola statura, e salì su un sicomoro per vedere il Maestro, come dice il salmo 41(42): “L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?” Allora io domando: tu che sei discepolo di Cristo dal battesimo, nella tua vita, quale desiderio più profondo hai?: vedere, conoscere, seguire Gesù Cristo oppure servire mammona, il dio denaro? Nel corso della giornata, quanto tempo dedichi alla preghiera, alla lettura della Bibbia, sui social network (facebook, instagram, whatsapp, twitter)? Quando hai il desiderio di vedere Gesù, lo cerchi perché vorresti rimanere nel suo amore oppure lo cerchi soltanto per soddisfare i tuoi bisogni?
L.d.M. – Il secondo motivo è l’umiltà.
P.Guy – Esattamente. Zaccheo non si era vergognato nel salire e scendere dall’albero. Questo significa che dobbiamo anche noi scendere dal nostro orgoglio, dal nostro “IO”, dal nostro piedistallo. Per salvarci, Gesù stesso si era umiliato accettando la morte sulla croce; il più vergognoso degli strumenti di morte. L’umiltà è la chiave della vita, della felicità, del benessere.
L.d.M. – il terzo motivo è lo spogliamento.
P.Guy – Zaccheo, incontrando Gesù viene colmato di gioia e vuole liberarsi dai pesi per lasciare lo spazio alla grazia di Dio: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Da questo spogliamento, Zaccheo diventa una nuova creature. San Paolo dice: “Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove (2Co 5,17). Il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo (seconda lettura)”.
L.d.M. – la lettura del Vangelo di oggi su cosa vuole dunque farci riflettere tramite l’esempio di Zaccheo?
P.Guy – L’esempio di Zaccheo vuol farci riflettere invitandoci ad abbandonare il nostro egoismo perché “Dio ama chi dona con gioia” (2Co 9,7). Impariamo a condividere con amore. Zaccheo ci ha indicato il cammino da seguire per ricevere la grazia, la salvezza, la felicità, in una parola, il dono di Dio. Chiediamo allo Spirito Santo di aiutarci ad avere sete e fame del Signore, l’unico nostro bene.
Signore, come Zaccheo ci vergogniamo di tutte le nostre piccolezze e, ancora di più, di tutte le nostre malefatte, e per questo non ci resta che fare della nostra vita una continua arrampicata, per nascodere a noi stessi il dolore che ci portiamo nel cuore: salvaci da noi stessi, te ne preghiamo! Amen!
Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.
Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.
Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.
“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.
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