Accrescere la nostra fede, questo vuole fare Gesù. Ma noi sappiamo seguire i suoi insegnamenti? Padre Guy ci offre una chiave di lettura al Vangelo di oggi.
La meditazione sul Vangelo di domenica 6 Ottobre 2019 del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi.
L.d.M. – In questa 27ma domenica del tempo ordinario, il Vangelo si apre con una frase molto forte rivolta dagli Apostoli a Gesù: “Accresci in noi la fede!” Padre Guy cosa c’è in questa affermazione e nella risposta del Signore?
P.Guy – Carissimi fratelli e carissime sorelle, pace e bene! Gesù sta in cammino verso Gerusalemme, strada facendo, gli apostoli gli chiesero di aumentare la loro fede: «Accresci in noi la fede!». Riflettendo sulla domanda, mi viene da pensare che a un certo punto, gli apostoli avevano preso coscienza della loro mancanza di fede, perché Gesù glielo rimproverava “uomini di poca fede” (Cf. Mc 9,29; Lc 12,28; Mc 4,39-40; Lc 8, 24-25; Mt 14, 31; Mt 16,8). La domanda degli apostoli è anche la nostra, perché nelle nostre preghiere chiediamo spesso a Dio di aumentare la nostra fede.
L.d.M. – Cosa vuol dire chiedere di aumentare la fede?
P.Guy – Chiedere al Signore aumento della fede è un modo di rimanere con Lui per camminare secondo lo Spirito per non compiere le opere della carne (Gal 5,16ss). Non conformarsi alla mentalità di questo mondo (Rm 12, 2), perché il giusto vivrà per la fede, dice il profeta Abacuc nella prima lettura: “Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede”( Ab 2,3-4); San Paolo ribadisce: “Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso” (Rm 1, 17; 10, 9-11).
L.d.M. – Come risponde Gesù?
P.Guy – A quella domanda, Gesù ha risposto loro dicendo: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe”. Rispondendo così Gesù metteva i suoi di fronte alla sfida della fede non come una questione di quantità, ma di qualità. Tante persone pensano che per essere esaudito ci vuole una grande (quantità) fede. Perciò, alcuni di noi, fanno le novene, i primi sabati, i secondi venerdì del mese, i pellegrinaggi, aspettano i miracoli, per aumentare la loro fede in questo senso.
L.d.M. – Cos’è dunque la fede?
P.Guy – La fede non si quantifica, è dono di Dio. La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono (cf He 11,1.6); la fede è la capacità di accettare il mistero di Dio che si rivela in Gesù Cristo, traducendolo in uno stile di condotta coerente. Gesù chiedeva ai suoi una fede di qualità, cioè credere in Lui senza riserva, vale a dire abbandonarsi, affidarsi, confidare in Lui: “credete in Dio e credete anche in me” (Gv 14, 1-2). Solo chi crede in Lui che è capace di realizzare ogni cosa, di sradicare il gelso, spostare le montagne farà cose ancor più grandi. “Chi crede in me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi” aveva detto Gesù nel Vangelo secondo Giovanni (14, 12-17).
L.d.M. – Padre Guy com’è la nostra vita di fede e come dovrebbe essere alla luce di questo Vangelo di oggi?
P.Guy – Quante volte la nostra vita di fede, più che essere un impegno a guardare la vita come un’occasione che c’è offerta, è un sottile ma forte rimprovero a Dio a cui diciamo: perché mi fai vedere il male, il malocchio, la sofferenza, la malattia, il dolore e resti spettatore? Noi, spesso facciamo confusione tra la fede che va custodita amorosamente e nonostante tutto come il “bene prezioso” mediante lo Spirito Santo che abita in noi (2Tim 1, 7-14- seconda lettura) e la fede in Dio come un modo per farlo sentire in dovere di non fare lo spettatore.
L.d.M. – Qual è il giusto atteggiamento?
P.Guy – Tanti pensano, se osserviamo i comandanti di Dio, meritiamo di ricevere la ricompensa da Lui. Di fronte a questo atteggiamento, il Vangelo ha messo la posizione del servo che riceve un incarico. Siamo tutti servi, abbiamo ricevuto da Dio i doni, i carismi per metterli al servizio degli altri (Cf. 1P 4, 9-11). La vera fede si traduce nel servizio perché “la fede senza le opere è morta” (Cf Gc 2, 14-18).
Signore Gesù, la fede è un dono che viene da te. Per questo ti ringraziamo e ti invochiamo: donacene anche soltanto un granello! Sarà il seme da cui germoglia ogni frutto autentico della nostra vita, sarà la risposta ad ogni chiamata, sarà la fonte dell’annuncio e del dono quasi inconsapevole: semplice risposta, in rendimento di grazie per ciò che abbiamo ricevuto da te!
Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.
Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.
Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.
“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.
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