Il problema non è Dio, ma è “io”! Ti dici la verità? Ti racconti le cose come stanno? Capire questo ci aiuta a comprendere l’amore di Dio.
Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria
Nel Vangelo di oggi ci sono mille significati: tanti sfuggono, tanti rimangono nel nostro cuore e nella nostra mente. Però ci sono degli elementi che ci colpiscono: “C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti”: Gesù lo chiama “uomo ricco”.
Poi parla di un povero e Gesù lo chiama “Lazzaro”. Al ricco non dà un nome, al povero sì. Questo dettaglio può sfuggire ai più distratti, ma ci dice che ad uno lo ha riconosciuto, all’altro no.
Gesù ci chiama per nome
Quel riconoscimento è la nostra salvezza! Auguriamoci che Dio ci chiami per nome, perché se Dio ci chiama per nome vuol dire che c’è un posto per noi nel Regno dei Cieli! Purtroppo il ricco quel posto l’ha perso.
Non perché Dio non gliel’ha voluto dare, ma perché lui non lo ha voluto prendere. A volte pensiamo che Dio è cattivo, quando invece ha fatto di tutto per salvarci: siamo noi! Siamo noi, che non ci vogliamo rendere conto che questa vita è un passaggio, un’occasione, l’occasione propizia!
Qui si vede inoltre il ricco all’inferno che parla con Abramo, il quale gli spiega: “Tra noi e voi c’è un abisso”, quindi questa è un’occasione straordinaria concessa al ricco da Abramo, cioè di poter parlare con lui, che conferma tutto ciò che Gesù ci ha insegnato.
Abramo dice al ricco che non è concesso che Lazzaro vada ad ammonire i suoi fratelli per salvarli dalla sua stessa situazione, perché anche lo facesse, dice Abramo, “Non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”.
Il male gioca con noi
E questo è ciò che tutt’oggi accade. Questo ricco chiede di andare ad ammonire i suoi fratelli e addirittura di poter bagnare la punta della lingua per quanto soffriva: non non ci rendiamo conto di tutto questo mistero.
Eppure il problema è proprio questo: il male gioca con questo aspetto di ognuno di noi. Gioca sul fatto che non ci rendiamo conto che questa è una vita passeggera. E Gesù ce lo dice in modo molto molto esplicito, non ci sono mezze misure in queste parole o cattive interpretazioni. Non c’è niente che non possa non essere compreso. Perché dunque dubitiamo? Perché non realizziamo che tutto è incredibilmente e meravigliosamente e vero.
L’Angelo Custode
Pensando tra me e me riflettevo sul fatto che siamo accompagnati dal nostro Angelo custode e abbiamo tanti demoni intorno che se potessero ci sbriciolerebbero. Ma Dio ci ha donato apposta un Angelo custode. Noi tutte le sere recitiamo insieme il Salmo 90 che recita che chi confida nel Signore avrà migliaia di angeli che lo proteggeranno da tutti gli assalti del maligno.
Ma allora ci chiediamo: Perché? Perché Gesù protegge solo una categoria che lo riconosce? Dio protegge centinaia di volte il nostro tempo, la nostra società, i nostri rapporti. Ma il punto non è se Gesù lo fa, è piuttosto se noi lo facciamo, se noi vogliamo vivere in modo santo e conforme alla sua bellissima volontà celeste!
Il problema nostro non è Dio, ma è “io”! Ti dici la verità? Ti racconti le cose come stanno? Ti guardi all’esterno per vedere cosa vedi di te dal di fuori? Capire questo ci aiuta sempre più nel mistero d’amore che Dio ci dona. Chiediamo a Dio la capacità di comprendere anche i rischi che si corrono in questo tempo.
Il mistero della morte, la fede e della misericordia
Mi è capitato personalmente di venire a conoscenza della morte di un coetaneo che, nell’arco di pochi minuti, è morto di fronte alla moglie e ai figli. Pensiamo cosa succede a questa donna che vede da un momento all’altro il proprio marito esserci e non esserci più. Proviamo ad immaginare questa donna senza fede e con la fede. Questa donna è una donna di fede, e la prima cosa che ha fatto ha messo il rosario di Medjugorje tra le braccia del marito e che ciò l’ha molto consolata.
Ma il problema è: come è morto lui potremmo morire noi, per una cosa che noi non immaginiamo. Dio però non vuole che noi viviamo nella paura di un “Dio dei castighi”, che se facciamo una cosa subito prontamente ci punisce. Dio è misericordia, non è un accusatore, l’accusatore è l’altro!
Piuttosto guardiamoci allo specchio, chiedendoci: Domani ci sarò? Chiediamo a Dio di farci vivere meglio questo tempo, di essere generosi, di alimentare la nostra fede con azioni concrete di cancellare tutte le tentazioni. Chiediamo al Signore: fammi essere come mi vuoi tu! Allora non faremo la fine di quel ricco e allora anche noi un giorno vedremo Lazzaro, Abramo, Mosè e il nostro Signore Gesù Cristo.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.