“Tu, credi nel Figlio dell’uomo?” Gesù cosa vuole insegnarci con questa Parola? Padre Guy ci aiuta a meditare e a comprendere il Vangelo di oggi.
La meditazione sul Vangelo di oggi 22 Marzo 2020 del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi IV domenica di Quaresima.
L.d.M. – Padre Guy, domenica scorsa, abbiamo letto il brano della samaritana. Gesù offriva alla donna l’acqua viva che zampilla in eterno. Cosa ci propone la Liturgia oggi?
P. Guy – Carissimi, pace e bene. Quell’acqua è dono di Dio ed anche in questa quarta domenica di quaresima, Gesù ci offre un dono: la luce, e lo fa guarendo il cieco nato.
Nel Vangelo di oggi il dono della Luce
L.d.M. – Padre Guy entriamo in questa Parola. Cosa ci dici di questo incontro tra Gesù e il cieco?
P. Guy – Per capire meglio l’atteggiamento di Gesù nei confronti del cieco, torniamo al capito 8 versetto 12 di Giovanni dove Gesù dichiara di essere luce del mondo: «Io sono la luce del mondo, …». Questa affermazione è ripetuta nel v. 5 del nostro testo con una dimostrazione pratica Gesù dona la vista a un cieco dalla nascita.
Tra Gesù e gli altri protagonisti nasce una discussione sul simbolismo del segno compiuto: “il vedere” è simbolo della fede. La scena raggiunge il suo punto culminante nel versetto 8: “io credo, Signore”. Con questa confessione, il cieco ha accolto la grazia di Dio che lo fa entrare nella vera luce, cioè essere discepolo di Gesù.
L.d.M. – Questo è un segno, vocabolo tipico legato al Vangelo secondo Giovanni.
P. Guy – Infatti, San Giovanni non usa la parola “miracoli” ma usa “i segni”.
L.d.M. – Perché?
P. Guy – Perché un segno porta a una realtà più grande. Nel nostro caso, il fatto di aprire gli occhi del cieco, è un segno che porta a scoprire chi è Gesù: vera luce, acqua viva, pane di vita eterna, colui che venuto a salvare il mondo. Il cieco lo scopre e confessa: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!».
Chi è il vero cieco
L.d.M. – Nel Vangelo secondo Giovanni sappiamo che nessuna parola o fatto sono riportati a caso. Ci spieghi l’importanza della presenza dei farisei a questo fatto?
P. Guy – È importantissimo che Gesù compie questo segno davanti ai farisei perché questa guarigione riguardava anche i farisei. Nel Vangelo secondo Matteo, Gesù chiama i farisei “i ciechi” (Mt 23, 16-19). Essi, giudicano Gesù “Come può un peccatore compiere segni di questo genere?”, non si rendono conto della loro cecità, del fatto che non sanno chi è veramente Gesù: “Siamo ciechi anche noi?. Gesù rispose loro: Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane”.
L.d.M. – Cosa dobbiamo prendere da questa risposta?
P. Guy – La risposta di Gesù invita a chiederci chi fosse il vero cieco: il cieco nato o i farisei? Gesù oggi ci guarisce dalla cecità soprattutto spirituale quella che consiste nel giudicare gli altri dall’apparenza, di fare finta di svoltare lo sguardo davanti a un mendicante, un barbone, un senza tetto, etc. La cecità del nostro secolo è l’indifferenza.
L.d.M. – Padre Guy, in conclusione come bisogna tradurre nella nostra vita questa guarigione del cieco?
P. Guy – Carissimi, in questo tempo di quaresima, la guarigione del cieco è un invito alla conversione, a cambiare il nostro modo di guardare gli altri. Il potere di Gesù è trasformante: fa sì che l’uomo sia diverso da quello che era prima della “illuminazione” o della “rigenerazione”, cioè del battesimo. La parola “illuminazione” era usata nelle prime comunità per designare il battesimo.
Accogliamo il dono della luce per non rimanere nel peccato. È proprio il peccato che ci rende ciechi. Per continuare il nostro cammino verso la Pasqua, lasciamoci guidare da colui che guarda nel cuore, come abbiamo ascoltato nella prima lettura (1Sam 16,7): “io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore”.
Preghiamo con Padre Guy
Signore Gesù Cristo, perdonaci tutte le volte in cui pensiamo di vedere, di capire, di conoscere. Ancora di più, perdonaci soprattutto quando giudichiamo i nostri fratelli e sorelle senza fare nessuno sforzo per conoscere e comprendere il loro dolore. Sempre perdonaci quando dimentichiamo il modo in cui tu ci guardi e la misericordia che ci usi. Amen
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