Come dovrei comportarmi di fronte a quelle persone che bestemmiano, e lo fanno in maniera reiterata?
Vengo adesso al tuo problema, che è pure di molti altri.
Sono convinto che in genere quelli che bestemmiano non pensano che stanno costringendo altri a subire un’autentica violenza morale: li costringono ad essere offesi nei loro affetti e nelle loro convinzioni più care.
Certamente la bestemmia manifesta una certa rozzezza culturale, spirituale e morale. A suo modo, svela il degrado di chi la proferisce.
Tu vorresti intervenire, ma una serie di motivi ti rendono cauto.
Nello stesso tempo temi di dispiacere a Dio e di non rendergli testimonianza.
Mi dici che con persone che conosci ti è più facile, ma con gli estranei no.
Mi chiedi un consiglio: ti dico di seguire il comportamento che stai tenendo.
Con le persone che ti sono più vicine, intervieni pure con dolcezza.
Con gli altri è sempre necessario un discernimento prima di intervenire, per non aggravare la situazione. In alcuni casi, l’unica cosa che si può fare è di riparare dall’interno della nostra coscienza e benedire Dio e la Beata Vergine, come ti ha suggerito anche il sacerdote cui ti sei rivolto.
Ti posso portare due testimonianze che possono servire.
La prima è di una donnetta anziana e molto religiosa (dico “donnetta” non per disprezzo, ma perché è così minuta che con un soffio la si potrebbe buttare a terra).
Mi ha detto che un giorno, passando accanto a dei muratori e sentendoli bestemmiare, si è avvicinata e ha detto: “Ma perché quei titoli non li date a me? Perché li dite a Dio?”
E uno di quelli: “Ma Lei che male ha fatto?”
E la donnetta: “E che male ha fatto Dio?”
Quei tali si sono messi a tacere.
Ho provato anch’io a fare la stessa cosa e ho visto che ha funzionato. Anzi qualche volta sono andato più in là e ho detto: “Quei titoli non dateli a Dio. Forse li meritiamo noi”.
La seconda è mia. Quando passa un sacerdote può capitare che qualcuno, soprattutto dall’interno di un gruppo di ragazzi, faccia volare qualche bestemmia e si nasconda.
Mi sono avvicinato con dolcezza, senza assumere l’atteggiamento di chi vuole vendicarsi e mi sono espresso così: “Vi dico una cosa. La sacra Scrittura dice:‘Non pronuncerai invano il nome del Signore, perché certamente sarai punito’ (cfr. Esodo, 20,7). E se questo viene detto per chi pronuncia invano il nome del Signore, che cosa dobbiamo pensare per chi bestemmia? Voi, ragazzi, non avete bisogno di essere puniti. Sì, non avete bisogno di essere puniti da Dio. Guardate, avrei potuto tirare dritto e far finta di niente. Ma credo di avervi fatto un grande favore nel dirvi questo. Non fatelo più. Pregherò per voi, perché non siate puniti”.
Ti posso dire che se inizialmente avevano cominciato a schermirsi e a dire: “non sono stato io, non sono stato io!”, quando si sono accorti che non volevo offenderli, ma che intendevo risparmiarli da un male incombente e che infine volevo loro bene, ho visto che sono rimasti zitti e pensosi.
Mi capita di rivederli settimanalmente e di passare accanto a loro. Non li ho più sentiti “tirare” bestemmie.
Ecco quanto ti posso dire.
Ma con certe persone, forse, anche questo linguaggio può essere controproducente.
E allora è più vantaggioso mettere in pratica quanto diceva Sant’Agostino: “Con certe persone conviene non perdere tempo a parlare loro di Dio. Ma è più vantaggioso parlare di loro lungo con Dio”.
Padre Angelo
Fonte: amicidomenicani.it