Un bimbo affetto da disabilità mentale può ricevere la Comunione? Ecco cosa ci dice in tal senso il diritto canonico e qual è la posizione di Benedetto XVI.
Un bimbo con disabilità è stato costretto a cambiare parrocchia per poter ricevere la comunione. Il parroco non lo riteneva consapevole l’importanza.
Sulle pagine di ‘Aleteia’, apprendiamo la storia di piccolo fedele che si è visto negare la Comunione dal sacerdote. A raccontarla è stata una famiglia di Merano (Venezia), spiegando come il Sacerdote ritenesse il bambino, affetto da disabilità mentale, non in grado di comprendere l’importanza della Comunione e la presenza nell’Ostia di Cristo. Per fortuna i genitori sono riusciti a trovare un Parroco disposto a far prendere la comunione al figlio, cambiando parrocchia.
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Secondo il diritto canonico bisogna valutare caso per caso se si tratta di bambini e permettere la Comunione solo a coloro che sono in grado di comprendere il mistero di Cristo. Dunque sembrerebbe che il primo Sacerdote abbia interpretato alla lettera e dunque correttamente il principio canonico, eppure non è esattamente così. Questo infatti prevede anche: “Ogni battezzato, il quale non ne abbia la proibizione dal diritto, può e deve essere ammesso alla comunione“.
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Il principio a cui si è attenuto il primo sacerdote è il seguente: “Per poter amministrare la santissima Eucaristia ai fanciulli, si richiede che essi posseggano una sufficiente conoscenza e una accurata preparazione, così da percepire, secondo la loro capacità, il mistero di Cristo ed essere in grado di assumere con fede e devozione il Corpo del Signore”. Il caso dei bambini con handicap mentale, però, è differente da quelli normali e nel diritto Canonico non vi è alcuna proibizione esplicita a permettere loro di fare la Comunione.
Si potrebbe dire, dunque, che quel “secondo la loro capacità” non sia ostativo, ma anzi comprensivo nel caso dei disabili. A maggiore conferma di questa interpretazione ci viene in soccorso un’esortazione di Papa Benedetto XVI: “Venga assicurata anche la comunione eucaristica, per quanto possibile, ai disabili mentali, battezzati e cresimati: essi ricevono l’eucaristia nella fede anche della famiglia o della comunità che li accompagna”. Da sottolineare come quel “per quanto possibile” sia da interpretare come una disponibilità fisica e non intellettiva.
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Luca Scapatello
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