Quando il Coronavirus fa paura e porta l’uomo a pensare ad azioni ai limiti del vivere civile, anche in una comunità cristiana.
La paura per la trasmissione del Coronavirus ha portato un’associazione a richiedere la non distribuzione della Comunione nelle Chiese.
Coronavirus: la paura nelle Chiese
Siamo nel Sud dell’India ed un’associazione di medici, la Qualified Private Medical Practitioners Association, ha chiesto alla Giustizia del Paese che “venga proibita, nelle Chiese, la distribuzione della Comunione, in quanto rappresenterebbe un pericolo per il contagio e per la trasmissione del Coronavirus a un gran numero di persone”.
“Il passaggio del calice può essere infettivo”
Questa la richiesta. Ma c’era anche un’altra motivazione: “nella maggior parte delle chiese cristiane dell’India il vino viene distribuito dai sacerdoti in un unico calice, che passa di bocca in bocca alle persone che si comunicano”. In pratica, i medici, si dimostrano preoccupati in quanto potrebbe esserci una trasmissione via orale, tramite il passaggio di saliva infetta.
I medici non si sono fermati qui: “hanno indicato che il sacerdote distribuisce l’Eucaristia sulla lingua, azione che permette la contaminazione mediante la saliva e dovrebbe essere limitata per evitare la trasmissione di malattie”.
Coronavirus: la giustizia che respinge la richiesta medica
Ma la richiesta è stata opportunamente respinta dall’organo di Giustizia competente: “Non è mai accaduto il fatto che ricevere la Santa Eucaristia abbia provocato la diffusione di una malattia. Il ricevere la Santa Comunione, ad ogni modo, non è mai obbligatoria, e ogni fedele deve decidere in base alla propria fede assoluta come seguace del cristianesimo, se accostarsi o no al Sacramento”. Questa è stata la risposta.
Ci troviamo davanti ad una situazione, quale quella del Coronavirus, che ci sta sfuggendo di mano, che sta creano momenti di panico anche ingiustificato e una psicosi che genera solo allarmismi.
Cristo è rimasto la nostra unica fonte di salvezza, a lui dobbiamo innalzare la nostra preghiera proprio per difenderci da questo nuovo virus. Non trovarci in queste situazioni, tanto da rifiutarci di ricevere anche la Santa Eucarestia.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: aleteia.org
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