Molto presto l’incontro tra il Santo Padre e il primo ministro dell’Ungheria in occasione del Congresso Eucaristico Internazionale.
Papa Francesco il prossimo 12 settembre si recherà a Budapest per il 52.mo Congresso Eucaristico Internazionale. Il Pontefice sarà presente all’ultima giornata dell’evento, che si aprirà una settimana prima, vale a dire il 5 settembre. Francesco in sostanza limiterà la sua partecipazione a questo evento molto particolare e importante, dedicato alla Santa Eucarestia, solo alla Messa di chiusura, attualmente prevista alle ore 11,30.
Riprendono quindi finalmente, dopo tanta attesa, i viaggi del Papa. Francesco fin dal primo giorno del suo Pontificato non ha mai nascosto la grande spinta a muoversi per il mondo, a incontrare le tante popolazioni di fedeli sparse per il Pianeta e in ogni Stato, e in questo atteggiamento di prossimità e di missione si incarna tutto il suo Pontificato, rivolto alla Chiesa in uscita che non ha paura di aprirsi al mondo.
In questo Francesco ricorda molto un Pontificato importante e profetico come quello di Paolo VI, ma certamente anche Giovanni Paolo II è stato un Papa che ha viaggiato molto, e da cui Bergoglio può trarre ispirazione per quanto riguarda l’energia che il Papa polacco riversava in ogni visita internazionale e sulle moltitudini di fedeli che lo aspettavano ovunque.
Tuttavia Francesco con lo scoppio della pandemia ha sofferto molto il blocco delle sue Visite apostoliche internazionali, il suo dovere vivere chiuso dentro la cittadella Stato di San Pietro, e non ha caso diversi analisti che hanno cercato di screditare la sua figura hanno parlato di un Pontificato “in crisi”, per alcuni giunto quasi “al termine”.
Di certo questa lettura non corrispondeva alla realtà, e Bergoglio lo ha dimostrato con le tante attività di solidarietà e di vicinanza intraprese in questi mesi, ma anche con la sua presenza silenziosa e potente, in celebrazioni, momento di preghiera, occasioni storiche come quella in Piazza San Pietro il 27 marzo 2020, di fronte al Crocifisso miracoloso di San Marcello al corso, portato per l’occasione in Vaticano, sotto la pioggia.
Ora che riprendono anche i suoi viaggi, quindi, Francesco può continuare a portare avanti il suo ruolo di Papa missionario e di leader morale internazionale. Per questa occasione di ripartenza, Francesco ha scelto il cuore dell’Europa, o meglio l’Ungheria, dove avrà anche un incontro con il premier Orban. Inviso a molti progressisti, Orban viene spesso dipinto come “populista” forse perché si sta ritagliando molto attentamente un ruolo di primo piano nell’universo politico conservatore del Vecchio Continente.
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In modo particolare su tematiche come la difesa della vita, del matrimonio naturale, dei confini nazionali, ma anche grazie all’amicizia e al buon rapporto con altri esponenti politici europei di spicco, in primis il leader italiano della Lega Matteo Salvini. Nei giorni scorsi era stata provata a fare circolare la voce che il pontefice non avrebbe avuto alcun colloquio con lui, a causa delle sue posizioni politiche.
Evidentemente però si trattava solamente di illazioni strumentali per la propaganda mediatiche di uno o dell’altro schieramento, ma che non corrispondevano a realtà. Non a caso, la prima a smentire è stata proprio la Chiesa cattolica ungherese. L’incontro avverrà il 12 settembre prima della messa, come spiega la nota della segreteria generale dei vescovi.
Il Papa si troverà quindi faccia a faccia con i leader dello Stato Ungherese, cioè il Presidente János Áder, il Primo Ministro Viktor Orbán, i membri del Governo e altri alti dignitari dello Stato. Altre precisazioni sono arrivate sempre all’interno della nota dei vescovi. “Riteniamo increscioso che si siano diffuse notizie ed interpretazioni false nei mass media sia locali che internazionali sul programma del Santo Padre in Ungheria, ancora in preparazione. Non corrisponde, ad esempio, alla verità quella diceria, secondo la quale il Santo Padre avrebbe escluso qualsiasi incontro dal programma”.
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Inoltre, va specificato che il viaggio in Ungheria per il cinquantaduesimo Congresso eucaristico internazionale a Budapest era previso per il 2020, ma è stato rimandato proprio a causa della pandemia. Ma non è stato cancellato, perché si tratta di un congresso di grande importanza e destinato a fare il punto sulla tenuta del cattolicesimo nel futuro del Vecchio continente e in seguito alla crisi del Coronavirus.
Giovanni Bernardi
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