Nell’accostamento al Sacramento della Confessione, sono diversi i dubbi che possono sorgere ai fedeli. In particolare per ciò che riguarda i peccati veniali.
Se in coscienza si hanno peccati veniali, la chiesa afferma che si può posso partecipare alla Santa Messa. Partecipando con la giusta disposizione, infatti, questi vengono rimessi durante la celebrazione eucaristica.
Allora talvolta accade che i fedeli si chiedano: se l’Eucaristia rimette i peccati veniali, perché confessarli nel sacramento della Penitenza? O ancora meglio, se durante la celebrazione della Messa avviene la loro remissione, qual è il valore di confessarli dopo la Messa?
La risposta a questa domanda è che sì, vanno confessati. Per la ragione che, anche se i peccati veniali possono essere rimessi attraverso diverse strade, come anche il segnarsi con devozione, recitare il Padre Nostro e infine, più di tutti, partecipare alla Santa Messa con la Santa Comunione, durante il sacramento della Penitenza si riceve la grazia sacramentale, insieme alla grazia santificante. Vale a dire quella speciale grazia che è propria del Sacramento della penitenza.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, la grazia sacramentale viene indicata come la grazia dello Spirito Santo che viene donata direttamente da Cristo e che è propria di ciascun sacramento. Per questo, accade che in quel momento lo Spirito guarisce e trasforma coloro che li ricevono conformandoli al Figlio di Dio. Di conseguenza, si può dire che il sacramento guarisca attraverso delle modalità ben precise.
Ad esempio, concedendo la grazia di provare per i peccati che sono stati commessi gli stessi sentimenti che Gesù Cristo ha provato nell‘Orto degli ulivi, nel momento in cui li ha visti, sudando sangue per questi.
Questo sentimento infatti porterà la persona interessata a detestare i suoi peccati, e a desiderare nel profondo del proprio cuore di non averli mai commessi. Per la semplice ragione che hanno provocato un tale dolore a Cristo facendolo arrivare a sudare sangue. Da qui si origina il proposito del fedeli di non offendere mai più il Signore.
Sarà infatti per mezzo dell’umiltà dell’accusa che si pone rimedio all’orgoglio, radice di ogni peccato. Mentre al contrario la vera guarigione in Cristo dà rimedio alla radice stessa del male che si è compiuto.
Inoltre, la confessione diventa di fondamentale importanza per via della grazia che si lega alla penitenza data dal confessore stesso. Una grazia che guarisce innanzitutto ravvivando il dispiacere di aver peccato, senza il quale non ci sarebbe il frutto del perdono. In secondo luogo, manifestando dal punto di vista esteriore i segni del pentimento, con la condotta di una vita penitente.
La grazia che si riceve nel sacramento della penitenza, quindi, è una grande benedizione perché racchiusa nella grazia che viene comunicata nella Santa Messa.
Giovanni Bernardi
Fonte: Amici Domenicani
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