È il sacramento che ci dona la grande opportunità di ottenere il perdono di Dio per i nostri peccati, ma c’è un errore che tanti fanno.
Molti pensano che confessarsi sia, soltanto, “inginocchiarsi davanti al sacerdote e raccontare in cosa si è peccato”. Ma non è così: la Confessione è fatta anche di un prima e dopo, di un momento di riflessione e preghiera che ci accompagna verso il Sacramento.
Uno dei principali Sacramenti, ai quali molto spesso, abbiamo paura di accostarci, è la Confessione. Andar lì, raccontare a un sacerdote cosa abbiamo fatto e in cosa abbiamo peccato, qualche volta ci mette in soggezione. Perché succede questo?
Partiamo dal principio: cos’è la confessione? E’ una pratica che consiste nel riconoscimento dei propri peccati o errori e, nella religione cattolica è un Sacramento e viene chiamata “penitenza” o “riconciliazione”. Una spiegazione molto semplice…ma cosa vuol dire “riconoscere i propri peccati”?
Come prima cosa occorre fare un esame di coscienza, capire e comprendere a pieno quali sono i peccati commessi e porsi, nell’animo, nel cuore e anche nel corpo, in una condizione di richiesta di perdono e sincero pentimento a Dio, anche con il fermo proposito di “cambiare condotta di vita”.
Entrare in chiesa, sedersi davanti al Crocifisso e al Tabernacolo e pregare, iniziando a chiedersi in cosa ho peccato, in cosa ho offeso Dio, in cosa ho mancato nei suoi confronti. E la preghiera, il guardare Cristo occhi negli occhi che ci permette di scrutare nel nostro animo. Dopo di che, inginocchiarsi al confessionale.
Molti hanno vergogna di “raccontare o dire” al sacerdote davanti a sé in cosa si è peccato. Ma qui si sbaglia: davanti a noi non abbiamo il sacerdote, ma Cristo: dobbiamo pensare di esser inginocchiati davanti a lui, e a lui chiedere sinceramente perdono per i nostri peccati.
Il sacerdote è un ministro di Dio che, con la sua assoluzione, la sua benedizione e l’eventuale “penitenza” che ci dà, porta davanti a Dio la nostra confessione. E’ il Padre che ci perdona, è lui che permette alla nostra anima di tornare nuovamente bianca, come la prima volta.
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Con un buon esame di coscienza, nel quale ci domandiamo (oltre ai nostri peccati) da quanto tempo non ci avviciniamo a questo Sacramento, se ho rispettato tutti i comandamenti di Dio…avvicinarsi alla confessione sarà la cosa più naturale. Saremo quei figli che, imploranti, tornano al Padre con le braccia supplichevoli chiedendo “perdono”.
Non lasciamoci distrarre dalle cose esteriori. Se siamo in chiesa e dobbiamo confessarci, non chiacchieriamo prima o dopo l’esserci avvicinati al Sacramento. Anzi: dedichiamo il nostro tempo a Dio, guardiamolo, preghiamo con lui, certi che saremo perdonati se lo chiediamo con cuore sincero.
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ROSALIA GIGLIANO
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