Nell’informativa tenuta alla Camera, dopo quella precedente al Senato, il premier Conte ha spiegato che, insieme ai provvedimenti per bambini, si sta valutando una possibile riapertura di nidi e materne.
“Occorrerà valutare la possibile riapertura, in modalità sperimentale, dei nidi e delle scuole dell’infanzia, oltre ai centri estivi e ad altre attività ludiche ed educative destinate ai nostri bambini”, ha detto Conte. A questo punto, per capire come andrà la vicenda bisognerà attendere il parere definitivo del comitato tecnico scientifico, relativamente al cosidetto “piano infanzia” che è in corso di elaborazione da parte del ministero dell’Istruzione e da quello della Famiglia.
Tuttavia, quello di Conte pare il segno che molti aspetti siano stati risolti e ora si sta per passare a una decisione in qualche modo definita. Si potrebbe cominciare a riaprire già dal mese di giugno per poi andare avanti anche a luglio. All’interno di strutture, quelle che dovranno ospitare materne e asili nido, in cui si potranno svolgere le attività di bambini per un’età fino ai sei anni.
Tra le precauzioni prese, ci sarà una riduzione al minimo dei gruppi dei piccoli e si useranno gli spazi aperti, per cercare di distribuirli nella maniera più larga possibile. L’entrata dovrà essere organizzata a turni. E i genitori saranno obbligati a rimanere fuori e ad ogni avvicinamento corrisponderà l’obbligo di disinfettarsi e farsi controllare la temperatura.
I bambini verranno lasciati con lo stesso educatore e negli stessi gruppi, più piccoli possibile. Si immagini un numero tra il 3 e i 6 bimbi a seconda della loro età. I piccoli non dovranno usare le mascherine, ma saranno gli educatori a farlo. Non si potranno portare giocattoli da casa, e si starà il più possibile fuori, all’aperto.
Già alcune regioni la scorsa settimana avevano infatti cominciato a studiare il piano per le riaperture, visto che molte di queste strutture sono private e vogliono riaprire al più presto. Sulla scia dei paesi del nord-Europa come Danimarca e Norvegia.
Non si sa ancora se i bambini verranno accolti in queste strutture dagli stessi educatori oppure se ci si rivolgerà a cooperative e operatori del terzo settore. Saranno le famiglie a dover decidere se portare i bimbi ai centri estivi oppure se continuare a farli restare a casa. Usufruendo del bonus messo a disposizione dal governo, per baby sitter e congedi parentali straordinari.
Per i disabili, invece, il premier ha annunciato al momento di avere “previsto e lavorato con le associazioni” per “una riapertura dei centri diurni così detti semi-residenziali”. Durante il suo intervento Conte ha continuato tuttavia a incalzare sul fatto che “un approccio non graduale della riapertura porterebbe a una recrudescenza dell’epidemia”.
A quel punto, ha insistito Conte, le conseguenze “potrebbero essere ancora maggiori per la nostra economia”. La scelta è stata fatta, ha rivendicato il premier, “sulla base di protocolli rigorosi” che hanno portato solamente a una “graduale” riapertura del 4 maggio. Ma cher porterà soltanto a una “convivenza con il virus, nonostante qualcuno si fosse illuso”.
Conte ha affermato: “sarebbe semplice dal punto di vista del consenso riaprire tutto, ma questo non è un programma elettorale”. Così le prossime settimane daranno vita a una sperimentazione in cui si cercherà di operare un monitoraggio costante, del sistema sanitario e dei livelli di contagio.
In ciò avrà un ruolo importante, insieme ai test sierologici, l’app Immuni, che potrà “essere scaricata gratuitamente e non conserverà i dati personali degli utenti”.
“Sappiamo quanti danni economici questa situazione sta causando a tanti settori. Ma sia per il commercio al dettaglio che per le attività ricreative «opereremo le riaperture quando i dati scientifici ce lo permetteranno”, è quanto affermato da Conte nel suon intervento.
Dal punto di vista economico, Conte ha annunciato due decreti legge. Di cui il primo, che nonostante si chiamasse decreto aprile è finito a maggio, si stanziano 55 miliardi. Ripartiti in 25 per il sostegno al reddito, 15 per le imprese. Il resto riguarda pagamenti della pubblica amministrazione, sgravi per interventi di riqualificazione e efficientamento, e bonus vacanze per le famiglie che le svolgeranno in Italia.
Il secondo decreto è stato annunciato come decreto per la “Rinascita” economica dell’Italia, e consiste nel puntare a stimolare investimenti pubblici e privati. Dopodiché, ha annunciato Conte, si passerà a una riforma delle regole degli appalti e della modalità di spesa pubblica. Individuando “una serie di investimenti strategici” per un “programma nazionale di accelerazione degli investimenti”, ha assicurato.
Giovanni Bernardi
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