Contro la Massoneria Maledizione di Don Bosco e Visione di Padre Pio

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Le Straordinarie Profezie di Don Bosco a Vittorio Emanuele II          

Come illustrato dallo scrittore Gianpaolo Barra,  nel dicembre del 1854, mentre in Parlamento la “Rattazzi” era in discussione, Don Bosco fece un sogno del quale informò tempestivamente il Re. Il Santo aveva sognato un bambino che nella visione aveva affidato allo stesso un messaggio tremendo che riportava quanto segue: “Una grande notizia! Annuncia gran funerale a corte!“. A distanza di giorni, vista l’incredulità del sovrano e la superficialità con la quale trattò Don Bosco, fu necessario un altro avvertimento, successivo ad un nuovo sogno. Il bambino questa volta rincarava la dose dipingendo il quadro con tinte ancora più fosche ed aggiungendo quanto segue: “Annunzia non gran funerale a corte, ma grandi funerali a corte!“. Don Bosco ammonì nuovamente il Re, invitandolo a non sfidare Dio e a non far approvare la legge. Ma Vittorio Emanuele II fu irremovibile rifiutandosi ancora di prestare ascolto alle parole di quel “prete pazzo” o quanto meno esaltato .

La legge Rattazzi fortemente voluta dalla Massoneria  prevedeva di chiudere tutti gli ordini religiosi , consguenza la confisca da parte dello stato dei beni immobili degli stessi.

 

Bene, appena 4 giorni dopo il ricevimento di questa lettera sapete cosa accadde? La giovanissima Regina Maria Adelaide morì (20 gennaio l855). Quella stessa sera – come predetto da Don Bosco – Ferdinando di Savoia (fratello del Re)  si ammalò e morì dopo due settimane. Entrambi (sia Maria Adelaide, che Ferdinando) trapassarono all’età di soli 33 anni. Tuttavia neppure questi straordinari e funesti eventi servirono a raffreddare la diabolica testardaggine del Re. La legge Rattazzi fu approvata alla Camera circa un mese dopo (2 marzo 1855).

Malgrado ciò, e malgrado la scomunica di Papa Pio IX  (che coinvolse tutti “gli autori, i fautori, gli esecutori della legge”) il Re firmò per la chiusura/soppressione di 334 case religiose. Il perdono di Pio IX giunse solo nel 1859, su richiesta di Vittorio Emanuele: si trattò evidentemente di un atto di clemenza di grandissima portata, visti gli sfaceli provocati

Dio ci mette in guardia dal tacere e dal non schierarsi:

“Queste cose dice l’Amen, il testimone fedele e verace,

il principio della creazione di Dio:

Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente.  

Oh fossi tu pur freddo o fervente!

Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente, 

io ti vomiterò dalla mia bocca. 

(Apocalisse 3, 14-16)

P-pio

Massoneria – Lettera di Padre Pio a Padre Agostino – 7 aprile 1913  

“Mio carissimo Padre, venerdì mattina ero ancora a letto, quando mi apparve Gesù. Era tutto malconcio e sfigurato. Egli mi mostrò una grande moltitudine di sacerdoti regolari e secolari, fra i quali diversi dignitari ecclesiastici; di questi, chi stava celebrando, chi stava parlando e chi si stava svestendo dalle sacre vesti. La visita di Gesù in angustie mia dava molta pena, perciò volli domandargli perché soffrisse tanto. Nessuna risposta n’ebbi.

 Rialzò lo sguardo con grande orrore…  

Però il suo sguardo si riportò verso quei sacerdoti; ma poco dopo, quasi inorridito e come se fosse stanco di guardare, ritirò lo sguardo ed allorché lo rialzò verso di me, con grande orrore, osservai due lacrime che gli solcavano le gote. Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando: “Macellai!”.

 Sarò in agonia fino alla fine del mondo…

E, rivolto a me, disse: “Figlio mio, non credere che la mia agonia sia stata di tre ore, no; io sarò, per cagione delle anime da me più beneficate, in agonia sino alla fine del mondo. Durante il tempo della mia agonia, figlio mio, non bisogna dormire. L’anima mia va in cerca di qualche goccia di pietà umana, ma ahimè mi lasciano solo sotto il peso dell’indifferenza. L’ingratitudine ed il sonno dei miei ministri mi rendono più gravosa l’agonia. Ahimè, come corrispondono male al mio amore!

Anche la beata Katharina Emmerick in una visione vide:            

Una contro-chiesa piena di fango e di nullità, appiattimento ed oscurità. Tutto si svolge in antri oscuri. Una sedia fa le veci dell’altare, su di un tavolo c’è la testa di un morto. Gli aderenti sguainano la spada in un rito di consacrazione. Questa è la società dei miscredenti dove tutto è infinitamente cattivo. Io non posso descrivere quanto sia disgustosa la loro attività, rovinata, senza valore. Molti di loro non si rendono neppure conto di ciò, essi bramano divenire un unico corpo in tutto fuorché nel Signore. Mi viene dato di vedere e capire che quando la scienza si separò dalla religione, questa chiesa abbandonò il Salvatore e si compiacque della mancanza della fede, così emerse la società di coloro che si compiacevano del puro egoismo, senza fede e senza valori (…). Se questo pericolo non viene percepito gli uomini affluiscono inconsciamente con le loro attività in un centro comune, il loro, e tale centro viene diretto nelle tenebre dal Maligno…”.

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