A causa della pandemia Coronavirus, molte attività non potranno ancora riprendere il decorso normalmente previsto.
Ci sono delle categorie che più di altre temono il ritardo per una possibile ripresa. Tra queste, certamente i ristoratori che lavorano in luoghi in cui è davvero difficile mantenere la distanza di sicurezza o l’uso delle mascherine.
Collateralmente, anche i gestori di villaggi e lidi balneari non sanno proprio come regolarsi. Ormai, le belle giornate stanno arrivando e loro -in situazioni normali- starebbero già organizzando la stagione.
Quest’anno, invece, non si sa bene cosa fare, non si sa nemmeno se credere ai buoni auspici del Governo che parla di anticipo della fase 2.
La Sottosegretaria del Ministero dei Beni Culturali, Lorenza Bonaccorsi, dice: “Andremo al mare questa estate. Stiamo lavoriamo per far sì che possa essere così”. “Ci stiamo lavorando dal punto di vista degli atti amministrativi necessari per gli stabilimenti, immaginando una serie di normative prese con il comitato tecnico scientifico, che contemplano l’ipotesi di un distanziamento”.
D’altro canto, dal Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli afferma: “Al momento qualsiasi ipotesi è prematura”. “La task force è al lavoro su un report, poi una valutazione sarà fatta dal decisore politico”, riferendosi alla riapertura di moltissime attività.
Da lido a lido, da costa a costa, riecheggia la speranza, ma anche tanta preoccupazione. Il Sindaco di Sellia Marina (Calabria) dice: “Per noi tutto è in stand by, mentre il rischio di vedere andare in fumo la prossima stagione estiva diventa sempre più concreto”. E propone: “Gli esami sierologici sul personale potrebbero essere un’ottima svolta per le aziende, a partire da quelle turistiche. Scoprire che molti di noi potremmo addirittura essere immuni significherebbe garantire sicurezza, sia per i lavoratori che per quanti vorranno recarsi in vacanza”.
“Soprattutto la ristorazione dovrà affrontare una soluzione quale quella del distanziamento tra i clienti e per le medie e grandi strutture tutto questo rischia di trasformarsi in intoppi insuperabili che potrebbero compromettere la riapertura, dal momento che spazi ridotti vuol dire anche introiti inferiori a quelli necessari per garantire economicità. Tutto questo avrebbe ricadute drammatiche per l’economia del territorio, ma c’è la speranza che le condizioni possano cambiare nei prossimi giorni”.
A lui fanno eco molti altri Sindaci delle zone interessate. “Se, tra Maggio e Giugno, riusciremo a fare quello che va fatto, non è impossibile che in Luglio e in Agosto si riesca ad andare anche al mare”.
“E’ abbastanza evidente che quest’anno chi potrà fare delle vacanze le dovrà fare per forza nel nostro Paese e non fuori: non importeremo valuta importante, ma magari non ne esporteremo neppure”. Lo dice Massimo Galli, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
Antonella Sanicanti
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