Di fronte al Coronavirus, il Governo avrebbe ignorato il Piano pandemico che l’Asl di Bergamo aveva già pronto, fin dal 2007.
Se questo fosse stato applicato, il bilancio della vittime nella provincia di Bergamo, dove più di tremila persone hanno perso la vita, sarebbe stato certamente più basso.
L’agenzia Agi avrebbe ottenuto con accesso agli atti un documento in cui si parla della disponibilità di dispositivi di protezione per medici e pazienti, oltre che di procedure comprovate da utilizzare nelle Rsa e per l’assistenza domiciliare.
Il fatto sarebbe così di una gravità assoluta, e il governo dovrebbe giustificare la sua decisione, altrimenti rischierebbe di essere accusato di gravi responsabilità legate al tragico numero complessivo di vittime dovute al Coronavirus.
L’Asl aveva redatto il piano pandemico locale ben 13 anni fa. Si parlava di incremento dell’assistenza domiciliare e di molti altri comportamenti ben definiti che avrebbero aiutato in maniera significativa a combattere l’esplosione della pandemia e le conseguenze che ne sono derivate.
Il presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo Guido Marinoni lo ha affermato senza giri di parole. “Se lo avessero applicato, le cose sarebbero andate diversamente”, ha spiegato.
L’agenzia giornalistica con un accesso agli atti ha ottenuto il documento, di una quarantina di pagine in totale e con decine di nomi legati a funzionari e dirigenti che avrebbero dovuto applicare il piano e a cui rivolgersi, con tanto di numeri di telefono. Le misure di prevenzione previste non sono state mai applicate.
Nel dossier si affronterebbero tutti i temi più delicati dell’emergenza pandemica, su cui il governo si è trovato del tutto impreparato. Eppure la soluzione era a portata di mano. Ma non la si è voluta seguire. Ora si chiede con urgenza il perchè.
Tra i passaggi del testo, quello in cui si richiede la “valutazione del fabbisogno dei presidi di protezione per medici delle cure primarie e assistiti presso le farmacie territoriali”. Oppure la “valutazione del fabbisogno per medici di continuità assistenziale e loro assistiti: acquisto, stoccaggio presso il magazzino economale della ASL e distribuzione attraverso i distretti socio sanitari”.
L’assistenza domiciliare avrebbe infatti potuto salvare un numero molto alto di vite. Visto che la maggior parte dei contagi sono avvenuti nelle strutture ospedaliere e nelle Rsa. L’ospedalizzazione del virus è stato un tragico errore che tanti anziani hanno pagato con la vita.
Ma la stessa assistenza è risultata essere quasi del tutto assente nei mesi più duri. Ci sono numeri molto elevati di uomini e donne che sono morte senza nemmeno avere avuto la possibilità di essere visitati dal medico.
Il documento prevede poi la “definizione del piano di incremento dell’assistenza domiciliare in sincronia col piano pandemico locale, previa definizione di accordi con le organizzazioni sindacali di categoria, individuazione e accantonamento delle risorse necessarie”.
Il Piano pandemico regionale lombardo era stato redatto addirittura nell’anno precedente, nel 2006. Ora la Procura di Bergamo starebbe indagando sulle responsabilità nell’attuazione degli interventi che avrebbero potuto combattere pesantemente gli effetti della pandemia.
Gli inquirenti sono entrati anche a Palazzo Chigi per ascoltare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alcuni suoi ministri.
Il legale del Comitato Noi Denunceremo Consuelo Locati ha spiegato che “ci erano state date tutte le linee guida dall’Oms e dall’Europa. Se le avessimo seguite, avremmo avuto gli strumenti per affrontare una situazione di questo tipo con 10mila morti in meno, come indica il rapporto Lunelli”.
Il comitato è formato da un alto numero di cittadini bergamaschi. Che, dopo avere perso i propri familiari, hanno denunciato le responsabilità di dello Stato e delle Regioni. “Di fatto questa mala gestio prosegue con il mancato tracciamento obbligatorio immediato dei turisti italiano di rientro dai Paesi a rischio e, prima ancora, con la riapertura delle discoteche e la successiva chiusura per l’incremento dei contagi“, ha attaccato Locati.
“Ci chiediamo cosa deve accadere ancora perché chi è responsabile di tutto questo decida di assumersi le proprie responsabilità e decida di andarsene”.
Giovanni Bernardi
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