Il messaggio del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa in tempo di pandemia richiama la lettura della Parola come arma contro le conseguenze del Coronavirus.
Un messaggio che ricorda in pieno quanto la Madonna di Medjugorje ha esortato a fare nel suo messaggio dello scorso 25 novembre. “Cari figli! Questo è il tempo dell’amore, del calore, della preghiera e della gioia. Pregate, figlioli, affinché Gesù Bambino nasca nei vostri cuori”, recita il messaggio della Vergine. Consapevoli che la Chiesa non si è ancora pronunciata in modo definitivo sulle apparizioni a Medjugorje, cogliamo comunque nell’invito della Regina della Pace, un perfetta sintonia col messaggio del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa.
“Aprite i vostri cuori a Gesù che si dona a ciascuno di voi. Dio mi ha inviato per essere gioia e speranza in questo tempo ed Io vi dico: senza Gesù Bambino non avete né la tenerezza né il sentimento del Cielo, nascosti nel Neonato”.
La Madonna ha perciò proseguito il suo messaggio invitando alla lettura della Parola, nel pieno della pandemia. “Perciò, figlioli, lavorate su voi stessi. Leggendo la Sacra Scrittura, scoprirete la nascita di Gesù e la gioia dei primi giorni che Medjugorje ha donato all’umanità. La storia sarà vera, ciò che anche oggi si ripete in voi ed attorno a voi”, ha detto Maria alla veggente.
“Lavorate e costruite la pace attraverso il sacramento della confessione. Riconciliatevi con Dio, figlioli, e vedrete i miracoli attorno a voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. In questo modo la Madonna ci affida il compito di essere testimoni di speranza, e il messaggio dei vescovi europei va esattamente in questa stessa direzione.
Di fronte all’allarmismo continuo, a una comunicazione ansiogena sul Coronavirus, caratterizzata da una vera e propria “infodemia” fatta di cattive notizie, c’è bisogno di riscoprire la bellezza. Di focalizzarci cioè sul messaggio di Salvezza portato a noi dal Figlio di Dio e da sua Madre, Maria.
Come noto, è molto facile arrendersi al pessimismo, e credere che intorno a noi sia tutto buio. Più difficile invece comprendere la bellezza che pervade ogni momento della vita umana, quando toccata dalla Grazie del Signore. Per questo è necessario la preghiera sempre più costante e intensa.
In tutto ciò, la Bibbia diventa lo strumento principale per conoscere a fondo l’opera che il Signore ha riservato per l’intera umanità. Di fronte alla difficoltà di uscire a causa della pandemia, con le celebrazioni eucaristiche sempre più incerte, nonostante la totale messa in sicurezza dei parroci, bisogna riscoprire il valore della lettura della Parola di Dio.
Nelle nostre case infatti abbiamo uno strumento potentissimo di unione con l’intera comunità cristiana, che è la Scrittura. Dopodiché, tante parrocchie stanno svolgendo un lavoro importantissimo di contrasto al Covid, in prima linea ad esempio nei centri di volontariato, come le Caritas, o negli oratori, intenti magari a diffondere la Parola in rete, e ad avvicinare in questo modo tanti uomini e donne che prima erano lontani.
Garantendo la continuità di chi invece vive quotidianamente una fede comunitaria, che in situazione di normalità di svolge nelle nostre chiese, nei gruppi associativi, nelle comunità. Altrimenti il rischio è che a forza di isolarci pensando di proteggersi, si finisce per essere sempre più soli e per lasciare sempre più soli anche gli altri.
Sul Sir l’esperta di comunicazione Simona Borello ha spiegato infatti che molti gruppi in queste settimane e mesi stanno continuando ad andare avanti grazie agli strumenti della rete, coinvolgendo anche le persone che prima erano più restie a recarsi in parrocchia. Gli uffici catechistici diocesani molto spesso sono riusciti a svolgere un importante ruolo di raccordo con tutte le persone spaventate e spesso isolate a cause delle restrizioni.
Si tratta di quella che il Papa chiama la “fantasia della carità”. “Bisogna incoraggiare le occasioni di vedersi in comunicazione con gli altri, anche a distanza ma sapendosi uniti nel nome di Gesù”, spiega l’esperta. “Il popolo di Dio che cammina insieme con i suoi pastori evita il si salvi chi può, perché essere con gli altri è già potersi salvare. Camminare insieme è sapere che la mia fatica è la tua fatica: non ci si salva da soli“.
Giovanni Bernardi
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