L’emergenza Coronavirus e le ulteriori misure restrittive emanate dal Governo stanno mandando in panico i cittadini italiani.
Con la totale chiusura di tutte le attività, in Cina il Coronavirus è stato praticamente debellato. Qui, invece, c’è la ressa ai supermercati.
Coronavirus: nuove misure dal Governo
Ieri sera, ulteriori misure restrittive e di contenimento contagio sono state emanate dal Governo Italiano. Oltre ad invitare i cittadini a restare a casa e ad uscire solo per le necessità primarie (come la spesa e le emergenze sanitarie), il Governo ha emanato una nuova direttiva, anche in suggerimento a ciò che le principali Regioni del Nord Italia, colpite dal virus, avevano chiesto.
Cina: il Coronavirus è quasi debellato
Partiamo da dove tutto è iniziato, in Cina. Lì, la situazione era davvero drammatica, tanto da indurre le autorità del Paese a costruire ospedali da campo, come in periodo di guerra. La città di Wuhan, epicentro dell’epidemia, si è vista completamente isolata dal resto del mondo ma, piano piano, ha sconfitto la sua epidemia.
Ad oggi, infatti, su una popolazione di circa 1,5 miliardi di persone, si registrano nella città di Wuhan solo 8 casi di Coronavirus e, nel resto del Paese, soltanto 7.
Cos’hanno fatto di più rispetto a noi Italia? La cosa più semplice di tutte: si sono realmente chiusi in casa, oltre i 15 giorni richiesti e hanno fermato tutte le loro attività. Hanno preferito salvaguardare la propria salute ed aiutare quella di medici ed infermieri negli ospedali, senza trascendere in scene d’ansia o di panico.
Italia: la ressa, inutile, ai supermercati
Da noi, invece, da giorni i supermercati sono stati presi d’assalto da cittadini in preda alla sindrome della recessione. Tutti a far scorta di generi di prima necessità. “Il cibo non mancherà. Il settore agroalimentare continuerà a garantire capillarmente e con continuità l’approvvigionamento e la distribuzione dei prodotti. E’ inutile e controproducente l’assalto ai supermercati. Si rischia solo di ritardare i tempi di riassortimento” – ha dichiarato, in una nota, al quotidiano ADNKRONOS, la fondazione Filiera Alimentare.
Una corsa indiscriminata, con file inutili certe volte, che portano i cittadini stessi a non rispettare neanche la distanza di sicurezza richiesta fra un carrello e l’altro, ad esempio, alla cassa. O ancora, di coloro che escono anche per la semplice passeggiata che, non è vietata, ma sarebbe meglio evitarla, proprio per non esporci al rischio.
Coronavirus: #iorestoacasa
Un sacrificio, è vero, è chiesto a tutti noi cittadini. Un sacrificio che va fatto per la nostra salute. Ci chiedono di stare a casa per 15 giorni, non per tantissimo tempo. Molte volte, nei nostri ritmi di vita frenetici, ci lamentiamo proprio del fatto che non riusciamo mai a stare e a goderci la nostra casa. Ora, invece, che possiamo farlo, la cosa non ci piace.
Cosa ci costa? Siamo, in numero, molti molti di meno rispetto alla popolazione cinese. Non siamo capaci di restare 20 giorni in casa ed uscire, uno solo per famiglia, solo per fare la spesa o andare in farmacia? La buona volontà, noi Italiani, l’abbiamo: quello che ci manca è dimostrarcela l’uno con l’altro.
#iorestoacasa
ROSALIA GIGLIANO
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