Coronavirus, dai complottisti ai panteisti: solo Gesù è la Verità

In questi giorni di diffusione del Coronavirus, fin dall’inizio si sono viste le reazioni più strane. Dagli increduli ai complottisti, fino a quelli che in realtà non sapevano che pensare. 

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La prima cosa da fare, in questi casi, è rivolgere con tutto il nostro cuore una preghiera al Signore affinché si curi dei suoi figli.

Affidiamoci alla Sua Misericordia affinché impedisca il propagarsi di questo male. Ricordiamoci sempre: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile” (Matteo 19:23-30). Oppure dobbiamo rivolgerci a Maria, affinché interceda per noi presso il Padre. Come abbiamo visto fare all’arcivescovo di Milano, sul tetto del Duomo, e come ci ha invitato a fare il nostro Papa Francesco.

Sul suo profilo Facebook Cristiano Ceresani, ne ha tracciato un quadro molto ironico e divertente, ma su cui dover riflettere.

Ceresani è autore del libro “Kerygma. Il Vangelo degli ultimi giorni” (Giubilei Regnani) e già capo di Gabinetto del Ministero della Famiglia.

Il qualunquista

Queste quattro categorie comprendono infatti, al primo posto, il qualunquista. “Colui che pensa semplicemente che le pandemie siano sempre esistite nella storia dell’umanità e sempre esiteranno”, scrive. Questo “vi ricorderà almeno le micidiali e ricorrenti ondate epidemiche di vaiolo, sifilide, colera, poliomelite, sino ad arrivare alle decine di milioni di morti provocati tra il 1918 e 1920 dall’influenza spagnola e alle diverse terribili influenze virali che anche nella seconda metà del ‘900 hanno mietuto milioni di vittime e contagiato centinaia di milioni di persone, come l’asiatica del 1957, l’influenza di Hong Kong del 1969, senza trascurare infine gli oltre 35 milioni di morti causati ad oggi dalla comparsa del virus dell’HIV”.

Per questa simpatica tipologia di cittadino, il Coronavirus è “in definitiva un illuminista convinto e crede che anche questa volta l’umanità se la caverà. Come? Un bel vaccino e tutto tornerà come prima, in barba ai profeti di sventure che per le ragioni più varie annunciano l’imminente moltiplicarsi di questo genere di epidemie”.

Il complottista

Un secondo tipo umano è quello del complottista. Categoria “che presuppone la creazione del virus a tavolino, o meglio al pc di un laboratorio di genetica molecolare, appartengono anche gli appassionati di spy story, che intravedono nella diffusione del virus l’azione deliberatamente destabilizzante di un qualche organismo di intelligence, intento a costruire nuovi equilibri geopolitici nello scacchiere del potere globale essenzialmente per ragioni di natura economico-finanziaria, come ad esempio tagliare le unghie al gigante asiatico.
Alla categoria dei complottisti appartengono, infine, anche quelli, per certi versi più raffinati nelle loro elucubrazioni, che intravedono nella propagazione del nuovo virus persino lo zampino di forze aliene”.

Adorazione del Vitello d’oro di Nicolas Poussin (sourceweb)

Il panteista

Tra le due categorie rimanenti, ci sono innanzitutto quella del panteista. Ovvero “chi pensa in questi termini crede che il Covid-19, cosi come la SARS, la MERS, l’influenza aviaria, la peste suina e le altre epidemie che sono proliferate negli ultimi anni, non siano tanto delle malattie, quanto piuttosto l’antidoto, o meglio, gli “anticorpi” che la natura stessa ha dovuto auto-produrre per difendersi in qualche modo dall’uomo che continua, imperterrito, a volerla deturpare, avvelenare e offendere”.

Questo modello umano, per Ceresani, “idolatra la natura al punto da rallegrarsi nel constatare che il coronavirus abbia drasticamente ridotto le emissioni di Co2, avviando una sorta di prova generale di decrescita, felice o infelice che dir si voglia. I più integralisti della categoria strizzano perfino l’occhio alle tesi malthusiane del contenimento demografico, senza considerare che potrebbero esserne loro le prime vittime!”.

L’apocalittico

L’ultima categoria, tuttavia, è quella decisiva, e riguarda l’apocalittico. “Quest’ultimo viene spesso confuso con il catastrofista, pur incarnando in verità il suo esatto contrario. Perché l’apocalittico non crede e non spera affatto che tutto finisca in uno scatafascio generale, con una crisi epidemiologica che si somma all’unisono a quella finanziaria, economica e climatica; egli, di contro, pur sapendo che vi sarà prima o poi un punto di rottura dell’assetto planetario per come lo conosciamo oggi, crede e spera che tutto il male presente nel mondo, nelle sue varie forme e dimensioni, compreso il coronavirus, sia destinato a scomparire e che alla fine sulla terra, come recita l’Apocalisse di Giovanni, “non vi sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” (Ap 21,5).

Dunque l’apocalittico, in conclusione, afferma lo scrittore, “almeno quello è collocabile nella tradizione dell’Occidente cristiano, trae il suo incrollabile ottimismo non nella fiducia illimitata nell’uomo e nelle sue potenzialità, bensì nella sua fede in Dio e in quanto rivelato nelle Sacre Scritture. Perché per lui tutte le tribolazioni dell’umanità, le pestilenze e le ricorrenti ondate epidemiche, così come le carestie, le guerre, le rivoluzioni, e persino le alterazioni climatiche che funestano i nostri giorni, fanno parte di quel “principio dei dolori” che in base ai Vangeli (v. Mc 13,8) caratterizza gli “ultimi tempi” della storia e al tempo stesso ne annuncia il lieto fine”.

Solo il Vangelo ci dà la risposta

Ma conclusione ci fa anche ben capire come il nostro sguardo, e con lui anche le nostre speranze, siano da riporre solamente nella Bibbia, e in ciò che il Vangelo ci insegna. Ceresani infatti, a “chi si spinge a leggere eventi quali il coronavirus come un ennesimo ammonimento inviato all’umanità affinché si converta prima del Giudizio finale“, risponde con un approccio molto cauto.

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Solo in Gesù va riposta la nostra speranza

“Credo che il male, benché abbia effettivamente una funzione veritativa, non possa in alcun caso provenire dal Cielo, semplicemente perché il nostro Creatore è puro Amore. Credo piuttosto che siano la lontananza dal sacro, la superbia e l’ostinata ribellione dell’uomo alla legge di Dio a facilitare il dilagare dell’opera del male – anzi, chiamiamolo con il suo nome, del Maligno – ma al contempo sono certo, perché così ci è stato rivelato, che quest’ultimo, già vinto dalla Croce, sarà un giorno definitivamente messo a tacere. Quando? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che accadrà, perché Cristo tornerà, come Egli stesso ci ha promesso! E “ognuno lo vedrà” ! (Ap 1,7)”.

Giovanni Bernardi

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