La storia dell’umanità, almeno per noi cristiani, comincia con la creazione del mondo e dell’uomo stesso, per mano di Dio.
Dio crea l’uomo e lo pone in un luogo in cui può usufruire di ogni pianta, di ogni bene, e vivere in tranquillità. Poi, la prima tentazione che segna il primo screzio tra Dio e la sua creatura.
Sappiamo bene che la Sacra Scrittura ci parla con un linguaggio metaforico e, a questo punto, molti obietteranno che la tentazione che portò Adamo ed Eva ad assaggiare l’albero della conoscenza del bene e del male fu, in effetti, un riscatto, tramite il quale essi presero coscienza della propria libertà di agire e di pensare.
“Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti”.” (Gen 2,16-17 ).
Dio era stato molto chiaro ma, in nome di quel riscatto, ci siamo giocati il Paradiso terrestre! Ed ora che siamo buttati qui, su questa Terra, in balia degli eventi climatici, politici, economici, continuiamo a fare gli stessi errori di valutazione.
Si, perché abbiamo, oggi come allora, la libertà di scegliere il Bene o il male e spesso scegliamo quest’ultimo. Quale riscatto abbiamo ottenuto, dunque, dopo aver mangiato quel frutto?
Nessuno, perché sostiamo ancora nella tentazione di essere onnipotenti e, pur conoscendo la differenza tra ciò che ci giova e ciò che ci uccide, non sappiamo scegliere per il nostro bene.
Scegliamo di uscire di casa per i nostri “bisogni”, non certo primari, come fare jogging o shopping, per un aperitivo in centro, non curanti delle severe ristrettezze ministeriali e senza alcun rispetto per quanti hanno già perso la vita, a causa della diffusione del Coronavirus.
Sappiamo che molti bambini muoiono di stenti, ogni giorno, ma noi riteniamo indispensabile la nostra vacanza o la nostra piscina in giardino.
Ma non è tutto, perché al danno, noi essere mortali, siamo capaci di unire anche la beffa, e sempre a nostro discapito.
Ci gloriamo di avere lo smartphone più evoluto, quello che ci riconosce attraverso le impronte digitali; scriviamo ogni nostro spostamento, propensione, desiderio sul Social e poi ci lamentiamo di essere sorvegliati e bombardati da mail e pubblicità che propongono prodotti appetibili.
Ci spaventa, ora, che anche un prelato, il Cardinale srilankese, Arcivescovo di Colombo, Malcom Ranjith, parli di complotto e di diffusione mirata del Coronavirus?
Lui dice: “Alcuni virus di cui parliamo in questi giorni sono il prodotto di sperimentazioni senza scrupoli. Dobbiamo mettere al bando questo tipo di sperimentazioni che portano al risultato della perdita di vita e causano dolore e sofferenze a tutta la umanità. (…) Produrre queste cose è un crimine molto serio per l’umanità. Chiedo al Signore di arrivare a rivelare chi ha seminato questo veleno. Queste ricerche dovrebbero essere proibite”.
E, a questo punto, anche chi che ha sempre rinnegato Dio e io suoi Comandi si chiede perché lui non intervenga o se sia suo volere punitivo quello che il mondo sta subendo?
Allora, siamo anche degli ipocriti e ci meritiamo di vivere sopra un pianete che si sta sgretolando, sotto un cielo colmo di aria irrespirabile, a consumare cibo chimicamente artefatto.
Perché? Perché siamo in grado di concepire solo il guadagno “economico” di ogni nostra azione e mai quello che potrebbe fare il bene di tutti.
Dimentichiamo due cose importantissime: la prima, è che il mondo non ha bisogno dell’uomo per esistere al meglio, prova ne è il fatto che, in questi giorni in cui il traffico è ridotto, i cieli sono più tersi; i pesci sono tornati nella laguna di Venezia, insieme ai cigni; la seconda, è, come dice il Salmo 117, “E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo”, ma non solo quando si teme per la propria incolumità, in epoca di Coronavisus!
Antonella Sanicanti
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