La notizia è preoccupante: il presidente del Consiglio Conte sta riflettendo se prorogare lo stato di emergenza Coronavirus al 31 dicembre.
In questo momento sarebbe in corso la valutazione della decisione, che potrebbe comportare la proroga del ricordo allo smartworking.
In un momento in cui la crisi economica comincia a farsi sentire, la decisione di Conte spiazza tutti.
Le motivazioni potrebbero essere diverse: temporeggiare sul ritorno alla normalità, che porterebbe molte aziende a licenziare. Oppure prorogare uno stato di condizioni sociali in cui il governo accentra su di sé molti poteri, magari perché dispone di una serie di informazioni che gli fanno pensare che a settembre il virus potrebbe tornare a circolare. Molto dipende anche dai termini in cui verrà presentata questa proroga.
Il virologo Crisanti ha infatti avvertito che in autunno potrebbero esserci “più casi e più importanti“. Un caso in cui, a quel punto, “il sistema potrebbe collassare”. In questi giorni infatti, seppure piccoli, sembrano tornare diversi focolai anche in Italia, con dati che ricominciano a crescere, seppure lievemente. Di queste ore la notizia che l’Italia ha deciso di bloccare l’ingresso a chi arriva da 13 diversi Paesi a rischio.
In questo modo, in ogni caso, il premier potrebbe continuare ad emanare nuovi Dpcm, ovvero quei decreti che hanno accompagnato la vita politica italiana durante il lockdown, qualora ce ne fosse bisogno. La questione sembra che sia stata sollevata durante gli ultimi vertici a Palazzo Chigi, confrontandosi con i capidelegazione. La decisione dovrebbe perciò arrivare a breve, visto che il 31 luglio termina l’attuale stato di emergenza.
In Italia siamo ancora lontani dall’obiettivo degli zero casi, ma nel resto del mondo la direzione è totalmente opposta. I casi stanno aumentando e non sembrano volersi ridurre affatto. Lo scenario, in ogni caso, vedrebbe molto favorevole sia il Movimento 5 stelle che il Partito democratico. Conte potrebbe perciò anticipare la decisione ai leader del centrodestra e dell’opposizione già nella prossima settimana, quando ci sarà un incontro con il fine di discutere del rilancio dal punto di vista sociale ed economico.
Non è un caso che negli ultimi decreti siano spariti tutti i riferimenti temporali, ad eccezione della dicitura “fino alla fine dello stato d’emergenza“.
Giovanni Bernardi
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