Il Presidente del Consiglio Conte, insieme ad alcuni ministri, ha annunciato i provvedimenti economici che si intendono prendere per fronteggiare la crisi del coronavirus.
Lo ha fatto ieri, in diretta televisiva, dopo un consiglio dei ministri cominciato la mattina e finito la sera. Si parla di una cifra che in totale smuove 750 miliardi, per fronteggiare le difficoltà delle imprese derivanti da questo periodo di chiusura totale. Soldi necessari per fare ripartire il sistema economico, che al momento è quasi del tutto fermo, e per non incappare in un vero e proprio tracollo.
Di questi, 350 miliardi sono i soldi già previsti. La novità rappresenta una cifra di 400 miliardi di garanzie pubbliche sui prestiti. Di cui 200 dedicati al mercato interno, e gli altri 200 all’export. Questi soldi potranno essere erogati dalle banche alle imprese di qualsiasi grandezza, per un 25 per cento del fatturato o per il doppio del costo del personale.
Con alcune condizioni, come quella di non distribuire dividenti tra i soci al termine dell’anno in corso, non licenziare o non trasferire la produzione all’estero. Anche le partite Iva individuali potranno ottenere fino a 25 mila euro, con garanzia dello Stato e senza valutazioni della banca.
Oltre all’approvazione delle norme per le liquidità alle imprese, si è decisa la sospensione degli adempimenti fiscali e contributivi per i mesi di aprile e maggio, per quanti hanno subito un calo delle entrate. Poi, il rafforzamento della strategia a difesa di aziende italiane cosiddette “strategiche”, legate cioè a particolari settori, e la chiusura dei tribunali fino al 3 maggio.
Durante la lunga giornata è stato anche approvato il Decreto sulla scuola, che si affianca alla decisione di assumere 4500 nuovi insegnanti per sostituire quelli andati in pensione nell’ultimo anno, per gli effetti della misura Quota 100.
Alla fine del lungo Consiglio dei ministri, il Governo ha annunciato le proprie scelte parlando dello “sforzo più poderoso della storia della Repubblica”, “probabilmente il più ampio in Europa”. I provvedimenti a sostegno di famiglie e lavoratori si attendono per dopo Pasqua, e si parla di 35 miliardi.
Mentre invece per la fine del blocco, e l’inizio della cosiddetta fase 2, bisogna ancora aspettare e soprattutto pensare a fare “molta attenzione” quando comincerà, in termini di precauzioni individuali e collettive. Ma alcune voce parlano di graduali e parziali riaperture già dal 14 aprile. “No al Mes e sì agli Eurobond”, ha infine risposto il premier Conte alla giornalista che le ha posto la domanda sui temi di carattere europeo.
“Sarebbe irresponsabile andare in giro e allentare la fiducia e la responsabilità. Pasqua significa passaggio dalla schiavitù e anche riscatto: speriamo che possa portarci questa libertà”, è quanto affermato in conclusione da Conte. “Io vivo questa festività con fede, come redenzione. Speriamo che in una versione più laica sia un passaggio verso un definitivo riscatto”.
Giovanni Bernardi
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