Nonostante le norme emanate dal Governo lo vietino, un sacerdote celebra la Santa Messa con i fedeli.
Il caso è accaduto a Cremona: un sacerdote ha celebrato la Santa Messa con la presenza di 15 fedeli. È stato quindi fermato dalle Forze dell’Ordine.
Le norme emanate dal Governo in materia Coronavirus, impediscono la celebrazione delle Sante Messe nelle parrocchie alla presenza dei fedeli. Questo per evitare pericolosi assembramenti di persone. I parroci si sono conseguentemente attrezzati secondo le possibilità: dirette Facebook o YouTube.
Don Lino Viola, parroco di Gallignano, frazione in provincia di Cremona, domenica scorsa ha celebrato la Messa davanti a 15 fedeli. Mentre il sacerdote stava celebrando in diretta Facebook, la presenza di alcuni fedeli ha fatto immediatamente il giro del web, allertando anche i Carabinieri, i quali sono intervenuti proprio durante la messa.
Quello che ha colpito più di tutto non è stato il fatto che i Carabinieri siano intervenuti per far rispettare la regola “di celebrare la Messa senza fedeli”, ma il modo. Un agente, infatti, è salito sull’altare mentre don Lino stava celebrando, intimandogli di terminare, porgendogli un cellulare e invitandolo a parlare con il sindaco. “Non rispondo al sindaco, sto celebrando la Messa. E’ il momento della consacrazione” – ha risposto don Lino.
Ad esprimere la propria solidarietà al parroco è anche Vittorio Sgarbi: “L’articolo 19 della nostra Costituzione, non dà limiti alla libertà di religione e di culto. Per questo si guardino bene le forze dell’ordine dall’impedire tutto questo: con una sola eccezione, quella della distanza di un metro, indicazione posta dai decreti sanitari emanati dal Presidente del Consiglio”.
Una presa di posizione forte quella di Sgarbi che afferma come, a suo giudizio, in un ambiente, come quello della chiesa di don Lino (che, come lui stesso ha dichiarato durante la sua omelia, “è di 300 mq, quindi un totale di 13 persone possono starci tranquillamente, perché c’è più di un metro di distanza fra di loro”) la norma del Governo sia pienamente rispettata.
La Diocesi di Cremona, di cui don Lino fa parte, ha subito fatto sentire la sua voce: “Sottolineiamo con dispiacere che il comportamento del parroco è in contraddizione con le norme civili e le indicazioni canoniche che ormai da diverse settimane condizionano la vita liturgica e sacramentale della Chiesa italiana.
La Diocesi ringrazia tutti i presbiteri cremonesi che in questo difficile periodo hanno saputo esprimere un profondo senso di comunione e di appartenenza ecclesiale anche attraverso il rigoroso e puntuale rispetto dell’attuale normativa, consapevoli della responsabilità che la Chiesa ha nei confronti della società civile e della salute dei nostri concittadini” – scrive la nota emanata.
Il parroco ed i fedeli presenti sono stati, sì, sanzionati ma, come ripetuto anche dallo stesso Sgarbi, pregare in Chiesa non viene impedito, anche durante il momento della celebrazione della Messa. Il tutto nel pieno rispetto delle norme igieniche, di distanziamento… Non ci piace entrare in merito alle singole interpretazioni delle normative, questo lo lasciamo fare a voi lettori.
Quello che ci sentiamo di sottolineare è ciò che a noi sembra emergere da queste recenti vicende. Una pericolosa deriva da caccia alle streghe dove si interrompono, in modo, a volte anche plateale, funzioni non proibite (è il “popolo” che è inibito a partecipare) con una mancanza di rispetto verso Dio e verso ciò che si va compiendo sull’altare.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: avvenire.it
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