Il virologo Andrea Crisanti ha attaccato la decisione di chiudere in contemporanea tutto il Paese per via del coronavirus.
Una scelte che potrebbe ora costare una grave crisi economica. In questi giorni infatti le istituzioni italiane sono al centro di numerose critiche per le scelte effettuate sul lockdown generalizzato per tutta Italia, contro il parere dei tecnici.
L’alternativa, viste anche le considerazioni del Comitato Tecnico Scientifico, sarebbe stata quella di isolare singole zone rosse. Nel commentare quindi la decisione del governo Conte, il virologo che grazie alla sua scelta di non ascoltare le indicazioni dell’Oms durante la fase più acuta della pandemia in Italia, ha fatto diminuire di molto in contagi in Veneto, ha spiegato di non essere affatto d’accordo.
“Mi dispiace, ma il governo ha commesso un errore chiudendo tutta l’Italia”, ha affermato Crisanti sul quotidiano romano Il Messaggero. Crisanti, che ha quindi svolto anche il ruolo di capo della task force veneta, ha spiegato che già il 27 febbraio scorso aveva consigliato al governo di chiudere solamente la Lombardia. In questo modo si sarebbe messo in sicurezza, nello stesso tempo, anche tutto il resto del Paese.
Sicurezza sanitaria e anche economica. Mettere in sicurezza, ha infatti spiegato il virologo dell’Università di Padova, “significava individuare i singoli focolai e circostriverli, fare test a tappeto”. E non, come invece è accaduto, chiudere tutto senza alcun criterio. Però sta di fatto che il governo, ha spiegato Crisanti, “ha preferito eccedere in cautela“.
Cautela che ora, alla ripresa della stagione lavorativa autunnale, potrebbe portare a gravi ripercussioni sul lavoro e sull’impresa. E quindi determinare forti proteste nelle piazze di tutt’Italia contro il governo in carica e a causa delle scelte prese durante la pandemia. Un altro ruolo determinante nelle scelte prese dal Governo lo avrebbero poi avuto gli industriali del nord. Questi avrebbero spinto l’esecutivo a temporeggiare nella scelta di chiudere solo il settentrione italiano.
Perdendo quel tempo prezioso, nei giorni successivi, anche a causa probabilmente di molti spostamenti che si stavano verificando, si è scelto di chiudere tutto il Paese. “È legittimo che l’industriale faccia pressioni economiche, quello che non può accadere è che il governo ceda a queste pressioni“, commenta tuttavia senza incertezze né piaggerie il virologo Crisanti.
Il trend dei focolai, tuttavia, in questi giorni sembrerebbe essere tornato a salire nel nostro Paese. E su questo Crisanti non invita affatto a prenderla alla leggera, anzi. “I focolai sono destinati ad aumentare sia per numero che per dimensioni”, ha spiegato il medico con decisione. Tuttavia, l’importante è agire in fretta per circoscriverli. Questo per fare in modo che “non ci sia una trasmissione diffusa sul territorio”.
Un fattore che chiama perciò in causa la responsabilità di ciascun cittadino, molto più che le scelte del governo e delle istituzioni, che al contrario rischiano di essere fallaci e dannose allo stesso tempo. La trasmissione del virus nelle prossime settimane, infatti, “dipende soprattutto dal comportamento dei singoli, e, in parte, anche dalla capacità del sistema sanitario nazionale di individuare nuovi focolai, facendo tamponi”.
In tutto ciò, anche nella regione del virologo Crisanti, il Veneto, sembra che il numero dei contagi sia leggermente risalito. In particolare, ha fatto discutere il caso della ex Caserma “Serena”, riconvertita a centro di accoglienza per richiedenti asilo e migranti. Lì sono stati trovati numeri molto alti di positivi al coronavirus. Il medico si è sentito di ammettere che quella vicenda in particolare è stata gestita molto male.
“Bisognava separare i positivi, dagli altri. Invece la caserma è diventata una sorta di Diamond Princess, la nave da crociera in Giappone con oltre 700 positivi”, ha spiegato. Per fortuna, al momento il focolaio sembra essere stato circoscritto.
Ma è assolutamente doveroso che quelle persone abbiano tutte le cure necessario. Chiosa il medico: “Anche loro sono esseri umani”
Giovanni Bernardi
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