Il coronavirus può essere letteralmente spazzato via grazie a piccolissime nanospugne. Questa l’ultima notizia sul fronte della ricerca.
Queste nanospugne sono mille volte più sottili di un capello e, secondo gli studiosi, sarebbero in grado di neutralizzarlo spazzandolo letteralmente via.
Queste particelle, scrive l’agenzia Ansa, sono “formate da un ‘cuore’ polimerico rivestito con la membrana di cellule umane, dove sono presenti i recettori a cui il virus si attacca durante l’infezione”.
La cura delle nanospugne che non richiede farmaci
Queste nanoparticelle si comportano proprio come se fossero delle esche. Circondano il virus fino ad agganciarlo, e in seguito gli sottraggono il 90 per cento della capacità infettiva che possiede. Le sperimentazioni realizzate in provetta dall’Universita’ della California a San Diego in collaborazione con la Boston University, e pubblicate sulla rivista Acs Nano Letters, hanno portato a risultati molto incoraggianti.
L’esperto di nanotecnologie Liangfang Zhang ha spiegato che in questo caso è stato usato un approccio totalmente diverso nella lotta al virus, che non prevede nemmeno farmaci. “Di solito si studia il virus per trovare dei bersagli da colpire coi farmaci: noi invece abbiamo usato un approccio diverso. Quello che ci serve e’ sapere quali cellule vengono attaccate dal virus: poi cerchiamo di proteggerle creando delle esche biomimetiche“, ha spiegato.
Le scoperte dei ricercatori
I ricercatori hanno cioè hanno camuffato le nanoparticelle da cellule dei polmoni e del sistema immunitario, ovvero le più interessate dall’infezione, dette macrofagi. Una volta che i ricercatori le hanno iniettate su dei topi, i risultati hanno mostrato che non provocano effetti tossici nel breve termine.
A questo punto, il passaggio successivo è stato centrato sulla verifica dell’efficacia delle nanospugne, con un test su delle cellule umane coltivate in provetta ed esposte al coronavirus. In questo caso, le nanoparticelle travestite da cellule polmonari hanno ridotto la capacità infettiva fino al 93 per cento.
Come le nanoparticelle spazzano via il coronavirus
Le nanoparticelle camuffate da macrofagi, invece, hanno raggiunto l’88 per cento. Ciò significa che questo ultime potrebbero risultare determinanti nel favorire l’eliminazione delle molecole che causano la tempesta infiammatoria che avviene con il coronavirus.
Tutto ciò, però, alla luce del fatto che prima di arrivare ai test sull’uomo serviranno ancora molti approfondimenti e sperimentazioni. Al momento, i ricercatori stanno portando avanti le prime ipotesi riguardanti la terapia definitiva. Si parla della somministrazione di una dose di almeno mille miliardi di nanoparticelle direttamente nei polmoni dei pazienti intubati, per vena o per mezzo di un inalatore.
Il virus smette infatti di essere infettivo soltanto nel momento in cui viene assorbito dalle nanospugne, che lo prelevano dalle cellule immunitarie e per eliminarlo.
Giovanni Bernardi
fonte: ansa.it
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