Coronavirus: esposizione straordinaria della Sacra Cintola della Madonna

La sacra Cintola mostrata dal Vescovo di Prato al termine del Rosario, nel giorno in cui la Chiesa celebrava la festività di San Giuseppe.

Sacra Cintola di Prato esposta in modo straordinario contro il Coronavirus

Il vescovo di Prato, Mons Giovanni Nerbini, è uscito sul Pulpito di Donatello, accompagnato dal sindaco Matteo Biffoni, e ha mostrato la Sacra Cintola di Maria alla piazza. Una piazza che era vuota, per via delle misure restrittive stabilite a livello nazionale, per contrastare l’emergenza Coronavirus. Emozionati entrambi quasi fino alle lacrime.

Un momento di grande commozione

Moltissime però le persone, che a distanza, hanno voluto dare un segno visibile della loro sentita partecipazione. Su molte finestre è stata esposta una candela accesa, come “luce di speranza”. La Diocesi di Prato ha infatti aderito alla proposta della Chiesa italiana, invitando tutti i pratesi a partecipare.

Immagini che certamente resteranno nella memoria della città e nel cuore dei pratesi, per l’impatto visivo e simbolico che trasmettono. Il Vescovo ha voluto così testimoniare la vicinanza della Madonna a tutti i pratesi, impossibilitati a uscire di casa in questo momento difficile. Ma uniti nella fede a Dio e nell’unità nella Madre Chiesa.

L’intervento del Vescovo Nembrini a TV2000

Tutti, credenti e non, colgono il valore speciale e la protezione che questa reliquia ha esercitato nei secoli sulla città di Prato. Ho avuto riscontri anche da persone che non si dichiarano credenti eppure questo atto li ha profondamente toccati. Provavo l’emozione di tenere tra le mani questa reliquia è indescrivibile grande, ostenderla su questa città deserta, ma con la gente presente con un segno alla finestra, messa duramente alla prova.

Aveva questo senso di universalità, non c’era nessuno ma è come se ci fossero tutti: tutti i pratesi, tutta l’Italia, i vicini e i lontani, il mondo intero. Chiedevo non tanto con le parole, eravamo nel silenzio assoluto in quel momento, ma chiedevo col cuore al Signore di proteggere l’umanità e di aiutarla a riscoprire il senso del vivere. Un momento breve, intimo ma così potente nella sua essenzialità.

Come già ribadito in altre occasione, abbiamo alle spalle la tradizione biblica che ci trasmette un insegnamento. Spesso nella prova, nel dolore, della difficoltà in realtà sta già nascendo qualcosa di nuovo. Ecco noi questa novità dobbiamo sentirla per fede e cercarla fuori e dentro di noi. Perché certamente ci interpella e ci chiede di compiere i passi necessari perché questa novità fiorisca definitivamente “.

La storia della Sacra Cintola

La Sacra Cintola, chiamata anche Sacro Cingolo, è considerata, secondo la tradizione cristiana, la cintura della Madonna. È custodita nella cappella detta appunto del Sacro Cingolo, all’interno del Duomo di Prato, costruita appositamente per conservare la preziosa reliquia. E ogni anno, l”8 settembre, festa della Natività di Maria, viene esposta con particolare solennità durante il Corteggio Storico.

Il Corteggio storico, o Madonna della Fiera, è una manifestazione della tradizione popolare laico-religiosa che si svolge l’8 settembre di ogni anno nel centro storico di Prato, il cui apice è appunto la solenne ostensione della reliquia della Sacra Cintola dal pulpito di Donatello del Duomo di Prato

La Sacra Cintola è una sottile striscia lunga 87 centimetri di lana finissima di capra, di color verdolino, broccata in filo d’oro, gli estremi sono nascosti da una nappa su un lato e da una piegatura sul lato opposto tenute da un nastrino in taffetà verde smeraldo, che la tradizione vuole che appartenesse alla Vergine Maria, che la diede a San Tommaso come prova della sua Assunzione in cielo.

Il vescovo di Prato, Mons Giovanni Nerbini insieme al sindaco Matteo Biffoni, e ha mostrato la Sacra Cintola di Maria alla piazza.

La Sacra Cintola, un bene prezioso, amato dai credenti e non.

La cintola è un bene di tutta la città di Prato da quando nel 1348, si è stabilito che fosse di proprietà per due terzi del Comune e per un terzo della Diocesi. Tre infatti sono le chiavi per aprire la custodia sotto l’altare: due detenute dal Comune ed una dalla Diocesi.

Simona Amabene  

© Riproduzione riservata

Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI

 

 

Gestione cookie