Coronavirus, il governo pensa a una nuova stretta. Ritorno al lockdown?

Coronavirus, il Ministro della Salute Roberto Speranza lancia l’allarme: il rischio di un nuovo lockdown non è del tutto da escludere.

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Coronavirus, il problema dei giovani e della movida senza misure di sicurezza preoccupa il governo – photo web source: ansa.it

L’andamento epidemiologico del nostro Paese non è ancora particolarmente critico, ma il rischio è che possa diventarlo già dalle prossime settimane. “Il rischio di nuove chiusure nelle zone dove ci sono e dove si svilupperanno focolai c’è, perché il rischio zero purtroppo non esiste”, ha infatti spiegato il ministro della Salute Speranza.

Coronavirus, l’attesa del vaccino e il rischio di un rialzo dei contagi

“Gli italiani in questi mesi sono stati straordinari, hanno avuto comportamenti molto corretti: dobbiamo continuare su questa strada. Se dovessimo renderci conto che c’è bisogno di interventi ancora più duri in alcune aree lo faremo senza tentennamenti. Le scuole sono un punto fondamentale, ora dobbiamo riaprirle in piena sicurezza“.

Per l’autunno si aspetta che arrivi il vaccino, ma questo potrebbe non essere in realtà il rimedio definitivo. Ci sono molti e diversi fattori che fanno pensare che la situazione problematica a causa del coronavirus possa rimanere tale per lungo tempo. Il virus infatti cambia continuamente, si trasforma, e un vaccino potrebbe avere un’efficacia circoscritta e limitata.

Vaccino Coronavirus - Ministro Speranza
Il ministro della Salute Speranza ha spiegato che in inverno ci sarà una forte campagna per l’immunizzazione. Intanto però aumenta leggermente il numero dei contagi in Italia

Lo scontro tra Regioni e Governo centrale sul ritorno agli obblighi

Speranza parla di “una campagna ancora più forte per l’immunizzazione” che arriverà in autunno. Ma se il virus dovesse continuare a circolare, non ci sarà molto da fare per contrastarlo. Se non implementare nuovamente ulteriori misure restrittive. In particolare per quanto riguarda i casi importati dall’estero, dove la pandemia ha numeri ancora molto alti, a differenza del contesto italiano.

Oggi si deciderà perciò se il governo impugnerà le ordinanze regionali che non impongono il rispetto del divieto di assembramento, per cambiarle, oppure se verrà emanato un nuovo testo. Il ministro delle Autonomie Francesco Boccia ha annunciato di avere convocato i governatori per un confronto in vista del Ferragosto.

Le ipotesi in campo: ritorno al distanziamento e obbligo di mascherina

Qualora però le Regioni volessero continuare sulla linea morbida nei confronti delle disposizioni sanitarie, è probabile che il governo centrale procederà con un nuovo provvedimento. Magari allungando anche la lista dei paesi esteri “a rischio“. Intanto, la nuova stretta dovrebbe arrivare a breve su tutto ciò che riguarda discoteche, feste e falò in spiaggia.

Coronavirus scontro regioni1
In queste ore il governo centrale si confronterà con i governatori delle regioni sulle norme da adottare per impedire il rialzo della curva dei contagi. Se le regioni continuassero sulla linea morbida, si potrebbe tornare a lockdown su tutto il territorio italiano

Si parla già di reintrodurre il distanziamento sulla pista da ballo e l’obbligo di mascherina, due misure allo studio. Ma si pensa che queste non saranno abbastanza per contenere il rischio di una nuova impennata di contagi.

Coronavirus, le idee in campo per combattere la risalita dei contagi

L’idea è quella di limitare la movida riproponendo il decreto dello scorso 7 agosto, già contrastate dai gestori dei locali notturni ma anche da chi le giudicava inutili, in quanto non ci sono obblighi o sanzioni per i clienti. L’alternativa all’uso delle mascherine, in ogni caso, sarà di chiudere del tutto le strade e le piazze del divertimento, o al limite contingentare gli accessi.

Coronavirus, si rischia di andare incontro a un nuovo lockdown?

Al momento, infatti, l’unica regione che ha deciso di chiudere le discoteche con un’ordinanza è stata la Calabria. Le altre hanno solamente ribadito le regole già esistenti. Giudicate insufficienti dal governo centrale. Con il rischio che, con disparità di regole, le persone si concentrino maggiormente dove ci sono aree libere da divieti.

Giovanni Bernardi

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