Coronavirus: il viaggio di Ettore da Bergamo a Palermo. La storia della sua guarigione consegna a tutta l’Italia un grande messaggio di speranza.
Coronavirus: Ettore Consonni, magazziniere di 61 anni, ha raccontato la storia della sua guarigione, mandando un sentito ringraziamento ai medici e agli operatori sanitari della Sicilia. Infatti, come riporta l’agenzia di informazione Agi, Ettore è entrato in coma all’ospedale di Bergamo e si è risvegliato, sano e salvo, all’ospedale di Palermo. “Mi tatuerò la Sicilia sul cuore”, queste le parole che ha espresso Ettorecomun con tanta emozione.
Ettore Consonni era risultato positivo al Coronavirus a fine febbraio. Il 4 marzo scorso, il 61enne era stato intubato, viste le gravi condizioni, a Seriate, in provincia di Bergamo. Come riporta l’agenzia Agi, vista la situazione sanitaria difficile attraversata dalla Lombardia, i posti letto erano in numero ridotto, rispetto alle richieste, così, Ettore è stato trasportato d’urgenza, mediante un aereo militare, in Sicilia. Era il 14 marzo quando, intubato, Ettore è atterrato a Palermo.
Ettore è guarito proprio nei giorni della Pasqua. Il 30 di marzo era finalmente uscito dal coma farmacologico. La situazione è poi andata migliorando giorno dopo giorno. Ma ci è voluto del tempo per rendersi effettivamente conto di cosa fosse successo durante quei giorni. Quando il 61enne è stato avvertito dello spostamento, quasi non ci credeva, pensava si trattasse di uno scherzo, di un modo per sdrammatizzare. Eppure era così, Ettore lo avevano salvato in Sicilia.
Ettore ha tenuto a precisare che la preghiera non è mai mancata. La fede è infatti un elemento cardine della sua famiglia. Un pensiero va poi alla figlia e alla nipotina, che sono in attesa di due importanti eventi nel prossimo futuro: “A settembre si sposa l’ultima figlia e poi devo fare il padrino alla mia nipotina”, ha aggiunto Ettore, le cui parole sono riportate da Agi.
I medici lo hanno avvertito fin da subito che non si trovava nella sua terra natia, ma in Sicilia. Inizialmente Ettore ha pensato si trattasse di uno scherzo, ma poi ha realizzato, con gioia, quanto era accaduto. Ettore ha definito i medici che lo hanno preso in cura come “persone speciali”. Sempre disponibili, anche per un sostegno psicologico: “Mi portavano i biscottini, gli arancini, e anche il telefonino per vedere e sentire la mia famiglia“. Nel ringraziare la terra siciliana, Ettore ha poi fatto una promessa: porterà sempre, impresso nel suo cuore, la Sicilia.
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Fabio Amicosante
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