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Coronavirus: non si ferma ma ci sono le prime guarigioni

Salgono ancora i numeri dei contagiati dal Coronavirus. Ad oggi sono più di 35 mila le persone che hanno contratto il virus, e le vittime sfiorano ormai quota 3mila.

I medici in prima linea nella lotta al Coronavirus (sourceweb)

Il presidente del Consiglio pensa alla proroga del blocco totale, comprese le scuole, e il Governo valuta il divieto di fare sport all’aperto, oltre alla riduzione dell’orario di apertura dei negozi. Dal punto di vista internazionale, invece, il virus si espande in Europa, ma per la prima volta la Cina non registra alcun contagio interno. Tanto che Wuhan, la città da cui pare si sia originato il primo focolaio, allenta la quarantena.

Il primo estubato anche nelle Marche

Tuttavia, ci sono anche buone notizie. Dopo i primi due pazienti estubati all’ospedale Cotugno di Napoli, rispettivamente di 63 e 48 anni, trattati con il farmaco immunosoppressore Tocilizumab, utilizzato per l’artrite reumatoide, anche nelle Marche c’è il primo paziente estubato. Lo ha affermato il presidente della Regione Luca Ceriscioli, spiegando che si tratta di un uomo di 51 anni ricoverato dal 10 marzo nel reparto di rianimazione dell’ospedale Marche Nord a Pesaro.

“Abbiamo atteso qualche giorno, perché fosse verificato il decorso, ma appena abbiamo potuto abbiamo voluto condividere con tutti i cittadini marchigiani questo primo segnale positivo. Il paziente non è stato curato con i farmaci sperimentali ma con le normali terapie”, ha spiegato il governatore, ringraziando medici e infermieri.

I casi positivi aprono alla speranza

I casi si aggiungono a quelli dei primi due casi accertati di coronavirus in Italia, i due coniugi cinesi portati allo Spallanzani e entrambi guariti nei giorni scorsi. Dopo che anche il giovane ricercatore messo in quarantena nella cittadella militare della Cecchignola è stato dimesso.

Notizie positive quindi, che lasciano ben sperare, nonostante i numeri siano ancora drammatici, specialmente al Nord. Dove il governatore Fontana ha dato l’allarme nelle scorse ore, spiegando che finché il nuovo polo sanitario non sarà in funzione, in Lombardia i posti in rianimazione sono pressoché terminati.

Il bisogno di stare uniti in preghiera

Per questo c’è bisogno di pregare per la fine di questo drammatico momento, che nel dolore sta unendo la comunità nazionale attorno alla speranza di vivere momenti migliori. Dove le drammatiche scene che abbiamo visto a Bergamo, con le camionette dell’esercito chiamate a portare via le bare, possano non ripetersi. Aggrappiamoci al Signore e chiediamo la fine di questo dramma, che ci mette alla prova. Ma sempre per un bene più grande.

Giovanni Bernardi

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