Coronavirus, i casi crescono. La “colpa” è anche dei tamponi

I media oggi riportano che in Italia il numero dei contagi per coronavirus, nelle ultime 24 ore, è aumentato. Però ci si dimenticano di sottolineare che, in proporzione, i tamponi sono quintuplicati. Perché?

Quello dei tamponi è infatti un dettaglio fondamentale e per niente trascurabile. I casi riscontrati infatti nelle ultime 24 ore sono palesemente legati all’aumento notevole del numero di tamponi. La realtà infatti è che il virus continua a sparire, anche se da un punto di vista numerico i casi di contagio da coronavirus sembrano aumentare. Ma sono dati che oggettivamente falsano la realtà, o al limite sono frutto di un’informazione incompleta.

I numeri del Coronavirus

Il bollettino di oggi infatti afferma che, purtroppo, sono ancora 85 i morti a causa del coronavirus che si sono verificati nelle ultime 24 ore. Portando il totale dei defunti dall’inizio della crisi del coronavirus a 33.774. Ma la Protezione Civile afferma anche che, rispetto a ieri, i casi totali di contagio registrerebbero “un’impennata” di 518 unità, portando il totale a 234.531.

Incremento dovuto principalmente ai dati della Lombardia, e all’aumento significativo dei tamponi effettuati. Si parla infatti di 19.389 contro i 3410 di ieri, quindi quasi sei volte tanto. Per un totale di 4.114.572 effettuati. Mentre i ricoverati con sintomi, al contrario, sono 202 in meno rispetto a ieri. Portando il totale complessivo a 5.301. Nel mentre, infatti, nei reparti di terapia intensiva sono uscite, nelle ultime 24 ore, 22 persone. E il totale dei ricoverati è di 316, con una diminuzione anche del numero generale degli attualmente positivi.

Foto dal web

La domanda sorge spontanea: a chi giova la cattiva informazione?

La domanda allora sorge spontanea: Cui prodest? A chi giova? Vengo in mente le parole del primario del San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva, pronunciate nei giorni scorsi e che tuttavia hanno subito fatto ampiamente discutere opinionisti e medici con il gusto dell’apparizione televisiva.

Il coronavirus, “dal punto di vista clinico non esiste più”, ha detto Zangrillo durante la trasmissione Mezz’ora in più su Raitre, condotta dalla giornalista Lucia Annunziata.

Le parole di Zangrillo: terrorizzare il Paese è da irresponsabili

“Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva ci sarebbero stati da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più”, ha detto Zangrillo in quella occasione.

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Il medico Alberto Zangrillo – sourceweb

“I tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni hanno una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese, due mesi fa.

“Bisogna stare attenti e prepararsi, ma non uccidersi da soli”

Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta, ma non si può continuare a portare l’attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, ma a quelli che si auto-proclamano professori: il virus dal punto di vista clinico non esiste più”.

“Questo non va bene, perché è una frenesia”, ha spiegato Zangrillo. “Perché terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve assumere le responsabilità, perché i nostri pronto soccorso e i nostri reparti di terapia intensiva sono vuoti e perché la Mers e la Sars, le due precedenti epidemie, sono scomparse per sempre e quindi è auspicabile che capiti anche per la terza epidemia da coronavirus.

Le attività cominciano ora a ripartire a stento, ma la crisi economica che si presenta sarà molto dura

Dovremo stare attentissimi, prepararci, ma non ucciderci da soli”

Giovanni Bernardi

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