La dura reazione dell’immunologa Antonella Viola contro il Dpcm firmato dal premier Conte: “Decisioni assurde, non credo avranno impatto sui contagi”.
Per l’immunologa Antonella Viola quella del Dpcm annunciato dal premier Giuseppe Conte, entrato in vigore a partire da oggi, è una “decisione irrazionale, cieca, assurda”. La scienziata, ordinaria di patologia generale presso il dipartimento di scienze biomediche dell’università di Padova e direttrice scientifica dell’istituto di ricerca pediatrica, ha usato parole di fuoco contro il governo con un post su Facebook.
Dal suo punto di vista le decisioni assunte per affrontare la crescita dei contagi in Italia, tornata tristemente sopra i ventimila casi al giorno, sono tanto inutili quanto dannose. Il testo affidato dalla scienziata alle reti sociali si intitola “Not in my name”, ed è un vero e proprio atto di protesta contro un governo a suo avviso sempre più autoritario che prende decisioni antiscientifiche contro ogni parere popolare, determinando grandi conseguenze e difficoltà dal punto di vista sociale ed economico.
“La decisione di imporre la chiusura di bar e ristoranti (perché salvo pochi casi questo significa chiusura totale, non ci prendiamo in giro), palestre, teatri e cinema significa condannare intere famiglie alla disperazione e un intero paese ad una tensione sociale insostenibile”, è quello che afferma la dottoressa. Che afferma: “non so se queste misure avranno un impatto sulla diffusione dei contagi. Onestamente, io non lo credo, perché le persone si incontreranno ugualmente ma in posti non controllati (ma mi auguro di sbagliare)”.
Tuttavia, nonostante la scarsa conoscenza dei risultati che si avranno dal punto di vista scientifico, per quanto riguarda il virus, di sicuro ce ne saranno altri, altrettanto gravi e pesanti, dal punto della salute generale. “Certamente avrà un impatto disastroso sulla salute di moltissimi individui e di tutta la collettività”, dice. Nel tempo aumenteranno i casi di depressione, i suicidi, la violenza domestica”. In ciò, “la didattica a distanza per tutte le classi delle superiori contribuirà a peggiorare il quadro, sia a breve sia a lungo termine”.
Se infatti “per molti ragazzi la scuola è l’unico posto sicuro, l’unico strumento che possa salvarli, l’unico luogo di socializzazione”, in queste settimane questo aspetto della vita verrà cancellato totalmente. “So che nel Governo qualcuno si è battuto perché questo non accadesse”, ha confidato. Rivelando che lo stesso vice-ministro Sileri lo ha chiamato ieri sera, esprimendo “tutta la sua contrarietà a queste misure inutili e dannose. Ma evidentemente l’irrazionalità ha prevalso sull’equilibrio”.
Per la professoressa Viola in soltanto un mese di tempo “ci troveremo in un paese ancora colpito dall’epidemia ma in più disintegrato dal punto di vista economico e sociale”. A quel punto la domanda sarà ancora più drammatica, e ci si chiederà cosa fare. Se le misure prese non avranno gli impatti sperati dal governo, allora si presenterà una situazione di grande difficoltà ed emergenza. In cui il virus continuerà a circolare, e allo stesso tempo anche l’economia e la salute generale delle persone ne avrà risentito in maniera significativa.
Anche nel caso migliore in cui le misure dovessero avere effetti positivi, sarà comunque necessario avere un piano per arrivare a fine 2021. Ovvero quando il vaccino sarà disponibile per tutti e sarà in grado di combattere il contagio. Ma al momento non sembra affatto essere stato implementato alcun piano preventivo. In queste settimane in cui ognuno sarà sottoposto a duri sacrifici, non verrà comunque attivata alcuna misura preventiva. E arrivati alla fine del nuovo Dpcm, il 24 novembre prossimo, saremo di nuovo al punto di partenza, obbligati ad implementare altre misure di restrizione.
“Si naviga a vista perché nessuno ha pensato di accendere il radar”: è la pietra tombale dell’immunologa sull’operato del governo. “Il radar sono i dati quelli che in questi mesi devono essere stati raccolti per il tracciamento. Quei dati che, se sapientemente usati, dovrebbero dirci dove avviene il contagio e dove no”. Tuttavia, “il radar è anche la lungimiranza, la consapevolezza che il virus non andrà via, che il vaccino non sarà una soluzione rapida e che non possiamo tirare avanti tra lockdown e coprifuoco”.
Per questo la conclusione è che “imporre scelte così pesanti senza avere la dimostrazione della loro necessità ed efficacia non è ammissibile”.
Giovanni Bernardi
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