Incuranti dell’emergenza Coronavirus, migliaia di cittadini britannici hanno partecipato alle maratone di Liverpool e Bath.
Appare paradossale che in un momento storico in cui anche il campionato più ricco del mondo, la Premier League, si è fermato non sia stato vietato un evento pubblico così pericoloso.
La maratona dell’incoscienza
C’è solo una parola per descrivere quello che si è verificato ieri pomeriggio in alcune città inglesi: incoscienza. Nonostante nei giorni scorsi gli organizzatori della maratona di Londra avessero posticipato l’evento al prossimo novembre, c’è chi invece la gara non l’ha né cancellato né posticipato. Parliamo delle mezze maratone che sono partite dalle città britanniche di Liverpool e Bath-Bristol. Eventi sportivi a cui hanno partecipato migliaia di persone e che potrebbero aver comportato una diffusione ulteriore del Coronavirus in Inghilterra.
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Oltre a questi eventi dedicati a professionisti e amatori, pare che sempre in Inghilterra si sono tenuti ieri i campionati giovanili di corsa campestre. In base a quanto riportato dal ‘Corriere dello Sport’, infatti, sarebbero stati circa 2000 i giovani e gli studenti che si sono confrontati nella competizione giovanile. La speranza è che simili ingenuità non comportino danni alla salute della popolazione; ma il timore è che proprio questi eventi pubblici possano portare ad un picco di casi nelle prossime settimane.
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Coronavirus: solo l’Inghilterra appare non consapevole del rischio
In Italia sappiamo bene cosa significhi il diffondersi del Coronavirus. I casi sono in continuo aumento in tutto il territorio e la stragrande maggioranza degli italiani è invitato ad osservare la quarantena. Piano piano tutti gli altri Paesi europei si stanno uniformando alle nostre misure. Una chiusura totale è stata annunciata in Spagna, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Ungheria e Grecia. Misure d’emergenza sono state applicate anche in Austria, Polonia, nei Paesi Balcanici e in Russia.
Insomma tutta l’Europa ha compreso che il rischio Coronavirus è concreto e che senza l’isolamento dei cittadini non c’è modo di contenere il contagio. Solo l’Inghilterra al momento sembra non aver capito l’entità della pandemia, nonostante l’accorato appello dell’Oms a non sottovalutarla. Numerosi i vip e gli sportivi che hanno denunciato un comportamento irresponsabile sia da parte del governo che delle varie federazioni sportive. Prima che la Premier League chiudesse i battenti sino al 4 aprile, infatti, si sono dovuto verificare diversi casi di contagio.
Motivo per cui nelle scorse ore l’ex stella della nazionale britannica Wayne Rooney ha lanciato un duro attacco: “Una mancanza di leadership da parte di governo, Football Association e Premier League. Dopo un incontro straordinario alla fine si è presa la giusta decisione ma fino a quel momento sembrava quasi che i calciatori in Inghilterra fossero trattati come cavie”.
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Luca Scapatello