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Coronavirus, Le Iene: sono false le notizie italiane sul contagio in Germania

Nei giorni scorsi, gran parte dei giornali e delle televisioni italiane hanno affermato senza alcun dubbio che in Germania, dopo la riapertura, l’indice di contagio del coronavirus è risalito.

Peccato però che si tratti una notizia falsa. La vicenda è stata smascherata dal programma di Italia 1 Le Iene.

Il governo tedesco infatti, e basta parlare con chi risiede in Germania, non ha mai fatto affermazioni di questo tipo. Le aperture fatte in Germania sono state molto più ampie di quelle che si pensano in Italia, ed anche più efficaci. La ragione sta in tanti fattori diversi, come l’efficienza della sanità pubblica e i numerosi posti letto nelle terapie intensive.

Perché si sono date informazioni false?

Tuttavia ci si chiede: per quale ragione tutti i maggiori media e gruppi di informazione italiana hanno pubblicato all’unisono una notizia che non ha alcun riscontro nella realtà? A che pro, a chi giova, da chi è partito questo stimolo? Qual è l’obiettivo di comunicare a tutti che dopo una riapertura c’è stata una nuova caduta, quando non è andata così? C’è una volontà di manipolare l’informazione per raggiungere degli obiettivi ben precisi?

Titoli come: “Il tasso dei contagi risale dopo le riaperture: la Germania torna alla Fase 1”. Oppure: “Allarme per un’impennata di contagi in Germania”. Sono stati scritti da giornali italiani. Eppure nulla di tutto questo è mai avvenuto. Sono i dati e le testimonianze a dirlo in maniera limpida, insieme alle comunicazioni del governo tedesco e dei media nazionali.

Un’immagine del servizio realizzato dal programma di Italia 1 Le Iene

Il racconto degli italiani in Germania: qui nessuna ricaduta

Le Iene hanno contattato un italiano che vive a Dusseldorf per farsi raccontare come stanno le cose. “Nessuno qui in Germania ha parlato di un indice di contagio risalito a 1 né tanto meno del fatto che si voglia tornare alla Fase 1, che qui tra l’altro non chiamano così, o ripensare la politica delle riaperture”, ha raccontato alle iene Stefano Mento, un romano che vive e lavora a Dusseldorf da 9 anni.

Molte delle persone che vivono in Germania e hanno letto le notizie diffuse in Italia si sono allarmati e hanno scritto alle varie redazioni italiane per avere chiarimenti. Lì in Germania infatti le cose sono andate molto diversamente. In un paese sesto al mondo per casi, centosessantamila circa, i decessi sono stati solo seimila, comunque tanti ma molto meno degli altri paesi.

Italia, molti più decessi con contagi simili

In Italia, su duecentomila contagi, i decessi si avvicinano ormai ai trentamila. Lì nella fase del lockdown, a parte le scuole chiuse, le persone hanno continuato a uscire e molti a lavorare. Senza autocertificazioni o posti di blocco di alcun genere. Così i negozi sono stati riaperti l 20 aprile, e dal 4 maggio anche le scuole riapriranno.

photo web source

Riapre quasi tutto insomma e nessuno pensa di tornare indietro. Stanno già preparandosi anche alla stagione estiva da giugno, con la possibilità di riprendere a usare gli aerei con accordi con alcuni altri paesi. Se gli infettati non supereranno l’1% della popolazione di 83 milioni di abitanti non ci sarà nessun dietrofront”. ha spiegato l’italiano alle Iene.

Anche qui l’indice R0 sotto il livello di crescita

E allora, si chiedono i redattori delle Iene, come sono nati questi allarmi diffusi in Italia? L’unico dato che ha subito variazione è l’indice R0, che misure il numero delle persone che in media vengono contagiate per ogni infetto.

Se è sopra 1, significa che l’epidemia si sta espandendo. Se è sotto 1, che sta diminuendo. In Germania a inizio marzo era 3, dal 21 marzo è 1, dal 15 aprile sotto l’1. Eccetto il 18 aprile, con un piccolo rialzo, negli altri giorni l’indice è sempre sceso in Germania. E sempre rimasto sotto 1. Nessuno in Germania ha mai lanciato alcun allarme.

Uso strumentale dell’informazione da parte della politica?

“Facile pensare che la questione sia stata usata all’interno delle polemiche sulle poche riaperture decise dal governo Conte per il 4 maggio prossimo”, è quanto affermano i giornalisti delle Iene. Infatti politici italiani continuano a parlare di riapertura con massima prudenza, parlando di rischio di ricaduta usando spesso come esempio il “caso della Germania”. Il ministro della Salute Speranza, ad esempio, lo ha fatto il 28 aprile in una trasmissione su La 7.

Di fatto però questo indice è inferiore a 1 anche in Italia da settimane. Quali sono allora le differenze rispetto alla Germania? La risposta, secondo molti, compresi i giornalisti delle Iene, è semplice: l’approccio al problema da parte delle autorità governative.

Perché in Germania le cose sono andate meglio?

“Dietro non ci sono ricette miracolistiche. L’organizzazione tedesca è sembrata da tradizione più efficiente, forte della sanità forse migliore al mondo”, scrivono. “I contagiati sono stati curati quanto più possibile a casa attraverso la rete dei medici di base per evitare il rischio di lazzaretti nelle corsie degli ospedali fonti di contagi continui. È stata evitata quanto più possibile, davvero, la morte degli anziani nelle case di cura.

Il governo sta pensando alla fase della riapertura delle aziende produttive, con cautela e monitorando gli andamenti. Ma cresce il malumore tra le regioni

Si è proceduto a test e trattamenti precoci, forti di un numero di posti letto in terapia intensiva per i malati più gravi, per esempio, che è 5 volte superiore a quello italiano. Tamponi, guanti e mascherine c’erano e non c’è stata una ecatombe di medici e infermieri e quindi nemmeno un’eccessiva diffusione del coronavirus da parte degli operatori sanitari”.

Niente ricette miracolistiche. Solo una migliore organizzazione

Cioè, in sostanza, “le misure di contenimento decise dal governo Merkel sono state tempestive, senza ritardi o allarmismi e senza nessun bollettino quotidiano di morti e contagiati. Sono state meno stringenti che in Italia e sono state osservate con tradizionale disciplina”.

Per cui, le cose sono andate e stanno andando in maniera migliore in Germania semplicemente per scelte e misure provvidenziali e corrette. Senza bisogno di manipolare e camuffare l’informazione lanciando notizie completamente false solo per avvalorare le proprie tesi, arbitrarie, frutto di politiche sbagliate e di totale impreparazione nell’affrontare il problema.

“Non c’è stato nessun miracolo appunto, solo un approccio efficace al contenimento del Covid-19. Come oggi non c’è alcun nuovo allarme per presunte risalite dei contagi dopo i primi allentamenti del lockdown e non c’è nessuna volontà di tornare indietro sulle riaperture, anche stavolta molto più estese che da noi”.

Giovanni Bernardi

fonte: iene.mediaset.it

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