Ad aprile l’attore americano Mel Gibson è stato ricoverato a causa del coronavirus.
Dopo essere stato curato con il farmaco antivirale Remdesivir si è ripreso completamente. Gibson, 64 anni, dopo avere aver accusato i sintomi del coronavirus era stato portato in una struttura medica a Los Angeles. Lì, una volta sottoposto alle analisi, è risultato essere positivo.
Il suo portavoce, che ha confermato la notizia, ha infatti spiegato che “è risultato positivo in aprile e ha trascorso una settimana in ospedale”. Il farmaco con cui è stato trattato ha però permesso la sua piena guarigione. “Più avanti è risultato negativo numerose volte e positivo al test per gli anticorpi“, ha spiegato il portavoce dell’attore.
Il farmaco in questione, il Remdesivir, è un antivirale e nelle prime settimane di diffusione della pandemia il suo utilizzo aveva fatto molto discutere medici e scienziati, divisi tra chi ne sosteneva la bontà e chi no. L’antivirale inizialmente era stato implementato per combattere Ebola. Il suo uso, risultato efficace contro il coronavirus, è stato approvato dalle autorità americane per affrontare l’attuale pandemia.
In seguito anche l’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) aveva dato il proprio lasciapassare, che però ancora dovrà essere ratificato dalla Commissione Europea. Intanto però gli Stati Uniti invece, convinti della bontà del medicinale, ne hanno inizialmente acquistate scorte ingenti, tanto che quotidiano britannico The Guardian ha accusato il governo Trump di averne acquistato tutte le dosi in circolazione nel pianeta per tre mesi, senza lasciarne altre al resto del mondo.
L’amministrazione americana, infatti, all’inizio di luglio ha stretto un accordo con la società statunitense Gilead Sciences assicurandosi la quasi totalità della loro produzione trimestrale del farmaco. L’accordo “straordinario” prevede una concessione di 500.000 dosi di remdesivir, come reso noto anche da un comunicato del dipartimento della Sanità. Pari alla totalità della produzione per il mese di luglio, del 90 per cento della produzione di agosto e del 90 per cento di quella di settembre.
Un ciclo di trattamento con il Remdesivir richiede in media 6,25 fiale, è quello di Mel Gibson è solamente l’ultimo caso di una serie di attori e registi che hanno contratto il virus. Tra questi, Tom Hanks e la moglie Rita Wilson, che avevano reso pubblica la notizia lo scorso 11 marzo, e una volta guariti hanno spiegato di avere donato il plasma superimmune per curare altri pazienti.
Pochi giorni fa la stessa ammissione di positività al coronavirus l’ha fatta l’attrice Anna Camp su Instagram, che ha raccontato il suo calvario lungo tre settimane. Prima di lei, l’attore britannico Idris Elba, l’ex Bond girl Olga Kurylenko, Kristofer Hivju e Itziar Ituno, tutti positivi al coronavirus.
Mel Gibson al momento sta lavorando al sequel de La passione di Cristo. Il film, ora in fase di pre-produzione, uscirà nel 2021, e Gibson curerà nuovamente la regia, a cui è impegnato dal giugno 2016. Il film racconterà i giorni successivi alla morte di Cristo e la Resurrezione.
Giovanni Bernardi
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