Il massimo esperto di emergenza dell’Oms ha stimato che “circa il 10% della popolazione mondiale potrebbe essere stata infettata dal Coronavirus”.
In termini numerici si tratterebbe di 770 milioni di persone colpite a livello globale dalla pandemia. Le stime dell’esperto dell’Organizzazione mondiale della sanità Mile Ryan indicano perciò che i casi di Coronavirus sarebbero ben più di quelli accertati.
Gli infetti accertati, invece, secondo una mappa redatta dalla Johns Hopkins University, sarebbero solamente (si fa per dire) 35,5 milioni. Un numero forse molto inferiore alla realtà, che ha fatto parlare i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie di una sottostima negli Usa.
Lo stesso si è detto in Italia, dove secondo gli esperti i casi di contagio sarebbero 10 volte superiori ai pazienti registrati. L’Oms parla di un numero almeno 20 volte superiore a quello ufficiale. I ricercatori avrebbero effettuato il calcolo attraverso una “sieroepidemiologia“, attraverso la quale comprendere l’entità dell’infezione.
“La maggior parte degli studi mostra che la sieroprevalenza risulta inferiore al 10%, ma gli studi sui lavoratori in prima linea e in alcune aree ad alta intensità stimano che sia superiore al 20%. La stragrande maggioranza del mondo, però, rimane a rischio“, ha scritto l’ufficio stampa dell’Organismo internazionale in una nota.
Anche se i dati delle diverse indagini tendono talvolta ad essere discordanti. Alcune parlano di un contagio del 5 per cento della popolazione. Tuttavia l’indagine che il Ministero della Salute, in collaborazione con Istat e Croce Rossa Italiana, ha avviato a maggio parla di dati molto inferiori rispetto a quelli diffusi dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
Secondo il report delle autorità pubbliche italiane sarebbero stati contagiati, in Italia, il 2,5 per cento dell’intera popolazione. Ovvero un milione e 482mila persone. Anche in Lombardia, area che ha avuto una maggiore incidenza di contagi e una maggiore difficoltà nel combattere la pandemia nel nostro Paese, avrebbe una percentuale di contagiati pari al 7,5 per cento.
Alcune regioni, le meno colpite, sarebbero addirittura sotto l’1 per cento. Non è quindi chiaro chi abbia numeri più vicini alla realtà. Ma se il numero di contagiati dovesse essere così alto come prospettato dall’Oms, ciò significherebbe che la letalità del virus sarebbe molto più alta di quanto si immagina, ovvero ai livelli dell’influenza stagionale.
Rispetto al numero di casi stimato dall’Oms, il numero di decessi accertati a livello mondiale, ovvero poco oltre un milione, farebbe significare una percentuale ben più bassa di quella finora considerata. L’epidemiologo e professore di Igiene del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Firenze Paolo Bonanni, nel commentare questi risultati ha spiegato al Corriere della Sera che l’allarme non va trascurato.
“Al di là delle stime, il milione di morti da Covid-19 nel mondo ci fa capire che non siamo di fronte a un’influenza, soprattutto perché nessuno è vaccinato e nessuno aveva gli anticorpi”, ha detto il medico. “Il virus ha il potenziale per causare danni enormi a meno che non intraprendiamo tutte le azioni necessarie per fermare la sua diffusione“.
Giovanni Bernardi
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