Paola, studentessa di terza media, ha indirizzato una lettera al “Signor Covid”, rimproverandolo per le libertà negate, ma aprendo una riflessione sulla consapevolezza dei tanti cambiamenti.
Con il compito di scrittura che l’insegnante ha assegnato alla classe, la studentessa di terza media, Paola Banfi, si è trovata “a tu per tu” con il Coronavirus. In un messaggio, diretto, indirizzato al “Signor Covid”, Paola ha aperto una bellissima riflessione su quanto Covid gli ha negato e quanto, effettivamente, l’ha aiutata a comprendere alcuni aspetti essenziali della vita.
La Fondazione Grossman di Milano, l’Istituto presso cui Paola Banfi studia, ha voluto condividere sulla sua pagina Facebook il bellissimo tema con cui Paola ha espresso e condiviso la sua personale esperienza di libertà e consapevolezza scaturita dal periodo di lockdown. Ispirandosi alla lettura di “Signora Germania”, di Giovanni Guareschi, la studentessa ha lanciato il suo monito, sotto forma di lettera al “Signor Covid”, rimproverandolo, ma, al tempo stesso, confidandosi con lui.
La rabbia, prima della riflessione. Le prime righe del tema di Paola, hanno il sapore di un rimprovero, verso colui che ha costretto i bambini a “stare a casa, a non poter giocare, a non poter andare a scuola, ridere e scherzare con gli amici”. Ma non è tutto, al “Signor Covid” non bastava tutto questo, perché si è portato via anche “gli zii e il nonno”. Da qui il rimprovero: “Sembra che tu mi abbia fatto del male, sembra che io abbia passato tre mesi di tristezza, di prigionia. Ma ti assicuro che non è così, non mi hai presa”.
Dopo le prime righe, Paola apre una riflessione, molto profonda, su quanto questa esperienza l’ha cambiata e le ha fatto comprendere aspetti della vita su cui prima non aveva mai posto l’attenzione. Riferendo le sue parole al diretto interlocutore, Paola dice: “Ora sono me stessa, mi sono conosciuta. Ho capito che senza essere me stessa, non sarei potuta essere felice”. In queste righe traspare quella consapevolezza che la felicità passa inesorabilmente attraverso questo vincolo, l’autenticità. Essere, piuttosto che apparire.
Sono stati mesi difficili, è vero. Ma, al tempo stesso, sono stati mesi in cui Paola e chissà quanti altri ragazzi della sua età, ha compreso la bellezza della letteratura: “La scrittura mi ha accompagnato in tutti questi mesi: scrivevo spesso, quando stavo male, quando ero felice o arrabbiata. La scrittura mi ha fatto compagnia. Questi mesi mi hanno fatto appassionare alla letteratura”.
Se le prime righe del tema di Paola risuonavano come un rimprovero verso quel nemico che tanto ci ha tolto in questo tempo, le ultime righe della lettera al “Signor Covid” hanno il sapore di confidenza. Paola si apre con il suo interlocutore, tanto da porgere un sentito ringraziamento, un “grazie”, che nasce dalla consapevolezza della libertà: “Signor Covid ti ringrazio, perché stando in quarantena mi sono accorta che, come abbiamo letto molte volte in classe, si può essere liberi anche se apparentemente sembra di non esserlo”.
Per una lettura approfondita del tema di Paola, apri il link Facebook di seguito.
Fabio Amicosante
Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI
Tra i primi pontefici della Chiesa, san Clemente, che si ricorda oggi 23 novembre, fu…
Meditiamo il Vangelo del 23 Novembre 2024, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla…
Il Sabato è il giorno della devozione alla Beata Vergine Maria. Offriamo questo nuovo giorno…
“Donami la pazienza”. Questa è la preghiera della sera da recitare questo venerdì per meditare…
In molti si chiedono se Padre Pio avesse una devozione verso le anime sante del…
Due avvenimenti ritenuti miracolosi sono legati alla devozione marina della Madonna della Guardia di Gavi,…