Il parroco Don Fabris di Airuno, Lecco, ha deciso di disobbedire all’ordine di interruzione delle funzioni per il Coronavirus dell’Arcivescovo di Milano.
Per il Sacerdote la preghiera della comunità non può essere interrotta, poiché proprio in essa risiede la speranza dei parrocchiani di superare ogni difficoltà.
Da 6 giorni a questa parte in tutta la Lombardia sì è diffuso il timore del contagio da Coronavirus. Il focolaio principale del contagio, infatti, è Codogno ed i paesini della bassa lodigiana. Inoltre proprio la regione del Nord Italia è quella maggiormente colpita con 259 contagiati e 9 decessi. Da sabato, attraverso un decreto legge del governo, nella zona è stata applicata una misura d’emergenza. Le persone che abitano nei comuni focolaio non possono lasciare il proprio comune d’appartenenza. Non solo, anche tutti gli eventi pubblici aggregativi sono stati sospesi o rinviati, in attesa di capire quando l’emergenza sarà terminata.
In linea con le decisioni prese dal governo e dalla Regione, l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini ha deciso di interrompere la celebrazione delle funzioni religiose in tutta la provincia. La comunicazione di questa decisione è arrivata a tutti i Parroci dell’Arcidioscesi lombarda. L’intento è quello di evitare che il virus si diffonda ulteriormente, ma c’è chi non è d’accordo con questa decisione ed ha apertamente dichiarato che non aderirà alla sospensione delle funzioni religiose.
Ad aver deciso di non obbedire alla sospensione delle celebrazioni è stato il Parroco di Airuno Don Ruggero Fabris. Questo infatti ha già comunicato al Vescovo al vicario pastorale della zona III di Lecco, che ha intenzione di celebrare almeno una Messa ogni giorno. Il Sacerdote ha aderito invece per quanto riguarda le attività collaterali, come l’oratorio. Il motivo di questa decisione è di natura razionale, non ritiene di dover temere il coronavirus, e di natura religiosa, la sospensione della Messa va contro la dottrina.
Raggiunto da ‘Il Giorno’, Don Fabris ha spiegato: “Se ci togliete l’Eucarestia non ci resta più speranza”. Per il Sacerdote è proprio il continuo colloquio con Dio, la possibilità di dimostrargli che la fede è più forte della paura che potrebbe portare ad una soluzione positiva. Lo stesso Parroco cita poi un paio di esempi per spiegare il motivo per cui, a suo avviso, la decisione di interrompere le Messe è errata: “Non lo fece neppure San Carlo Borromeo durante la peste né il cardinale Ildefonso Schuster durante la Seconda guerra mondiale. Invece di invitare a pregare e dar coraggio ci fate alzare bandiera bianca”.
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Luca Scapatello
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