In queste ore, si stanno sperimentando diversi espedienti, per cercare di contrastare il dilagare del Coronavirus e nella speranza che si trovi presto un rimedio da condividere con ogni ospedale.
Se Piacenza, ad esempio, sperimenta l’eparina, farmaco antiinfiammatorio e anticoagulante, il Policlinico di Pavia tenta la plasmoterapia.
Secondo il protocollo deciso dal reparto di immuno-ematologia e medicina trasfusionale, del San Matteo di Pavia, il sangue è prelevato da coloro che sono già guariti dalla malattia.
Nel plasma delle persone guarite infatti si sono sviluppati gli anticorpi al Covid-19. Questo quanto attesta il direttore del reparto, il dottor Cesare Perotti. Lo scopo è ovviamente quello di creare degli anticorpi anche in coloro che versano ormai in gravi condizioni.
I primi a donare il sangue sono stati i primi due ad essersi ammalati a Pavia e ad essere guariti: Daniela Gambarana e il marito Angelo Sferrazza, i due medici di Pieve Porto Morone.
Questo sangue, definito “plasma iperimmune”, è stato usato nei giorni scorsi nell’ospedale San Matteo di Pavia e anche nell’ospedale di Mantova. Un primo riscontro sembrerebbe molto positivo, ma si attendono ancora i dati ufficiali per poter applicare questa “soluzione”, ancora e ancora.
Antonella Sanicanti
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