La pandemia del Coronavirus sta mettendo in difficoltà diversi settori sociali, tra cui quello delle adozioni. Diverse famiglie adottive sono bloccate in Paesi esteri.
C’è una nuova difficoltà che gli addetti ai lavori sono chiamati a superare. Come riporta l’agenzia d’informazione Sir, il Coronavirus ha “bloccato” all’estero 43 famiglie adottive, che hanno potuto incontrare i loro figli nei rispettivi Paesi d’origine. La pandemia del Coronavirus ha letteralmente “messo in quarantena” le famiglie adottive. La maggior parte di esse (25 per la precisione) sono relegate in America Latina. Le altre sono sparse tra Asia ed Europa dell’Est.
Molte delle famiglie adottive hanno raggiunto i loro figli nei Paesi d’origine quando l’emergenza Coronavirus non era ancora scoppiata. Ma molte di loro si trovano nei rispettivi Paesi da diverso tempo. Si pensi, infatti, che le tempistiche, in America Latina, per far fronte a tutti gli iter di adozione si aggira intorno al mese e mezzo o due mesi. Proprio in America Latina, gran parte delle famiglie si trova in questo momento.
Una buona notizia arriva dalla collaborazione che si sta verificando, mai come in questo momento, tra gli enti chiamati in causa. Infatti, come riporta l’Agenzia Sir, la Commissione adozioni internazionale (Cai), insieme agli altri enti accreditati per l’adozione internazionale, si sono riuniti nell’azione di coordinamento “Adozione 3.0”. La speranza arriva direttamente dalle parole dei componenti dell’azione, che hanno sostenuto che diverse situazioni si stanno al momento risolvendo.
Ad oggi, le famiglie bloccate nei Paesi d’origine dei figli sono 43, sparse tra America Latina, Asia ed Europa dell’Est. Ma a rincuorare gli animi di queste famiglie sono, tra le altre, le parole di Daniela Bertolusso, tra gli enti accreditati alle adozioni internazionali e facente parte dell’associazione Amici di Don Bosco Onlus. Le sue parole, riportate da agensir, sono confortanti: “Questo lavoro si sta rivelando prezioso, davvero l’unione fa la forza e mai come in momenti di crisi è necessario restare uniti”.
Importanti e significativi si stanno dimostrando anche i numerosi contatti che “Adozione 3.0) sta avendo con il Governo, in particolar modo con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. L’ente collaborativo ha inviato una lettera al ministro, che si è fin da subito rivelato disponibile e ha dimostrato il suo interesse nei confronti dell’attività che gli enti stanno svolgendo e, soprattutto, verso i connazionali al momento bloccati all’estero a causa del Coronavirus.
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Fabio Amicosante
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