Coronavirus e Promessi Sposi: analogie e richiami al passato

Coronavirus: se le differenze contestuali con la peste del Seicento raccontata nei Promessi Sposi sono certamente sostanziose, è altresì vero che non mancano diversi spunti di riflessione.

Coronavirus promessi sposi
padre Raniero Cantalamessa

L’epidemia di Peste del 1630 e l’epidemia del Coronavirus nel 2020, un parallelismo che offre grandi spunti di riflessione. Com’è ovvio, la situazione contestuale alle spalle delle due epidemie è sostanzialmente differente: innumerevoli i passi fatti dalla tecnologia, dalla scienza e dal modo di pensare della società. Ma è altrettanto vero che le analogie e gli spunti di riflessione non mancano. D’altronde, come riporta Vatican News, quelle pagine, magistralmente scritte da Alessandro Manzoni, hanno impregnato la nostra cultura da secoli e già per questo il richiamo risulta quanto meno doveroso.

Le reazioni dell’animo umano: un’analogia con i Promessi Sposi

Le reazioni dell’animo umano, di fronte a una tale situazione, ieri come oggi, mette l’uomo davanti a quella stessa domanda che l’innominato si fece secoli fa: “C’è quest’altra vita?”. Questo tipo di reazione, ovvero un’incredulità, che si trasmuta in “senso di paura”, sembra essere la stessa narrata in quel 1630. L’incredulità, che porta a sottovalutare l’emergenza. Ma da lì si instaura timore ed ecco che, come narra il Manzoni, non si deve parlar di peste, poi lo si dovrà fare, ma in un certo senso. Fin quando, ci si deve arrendere davanti all’evidenza e la si può chiamar peste, una realtà non più così lontana.

Il perdono e la misericordia

C’è poi la via per ricominciare. Papa Francesco più volte ci ha invitati a riflettere sul dono della Misericordia, al centro dei “cambiamenti decisivi”. Questo senso di misericordia attraversò l’animo, in quel tempo così lontano, di Renzo. Già, perché quando Fra’ Cristoforo lo invita a perdonare colui che distrusse la sua vita, gli dice: “Benedicilo, allora sarai benedetto”.

La sofferenza e la Redenzione

C’è un altro aspetto che pone in interconnessione le due società. Chi ci aiuta a comprendere questo particolare aspetto è un altro frate che opera nel mondo a distanza di secoli rispetto a Fra’ Cristoforo. Parliamo infatti dell’invito alla riflessione sulla Provvidenza, tanto decantata nel romanzo manzoninano, di Padre Raniero Cantalamessa. Come riporta Vatican New, infatti, nella liturgia della Passione del Venerdì Santo, Padre Cantalamessa ha delineato una riflessione sugli eventi che mettono in crisi il “senso di onnipotenza”. Dio è nostro alleato ed è capace “di trarre dal male stesso, il bene”. Pensiamo alla Redenzione sulla Croce: attraverso la sofferenza, Dio ci ha salvati.

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Fabio Amicosante

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