La responsabile tecnica dell’Oms, Maria Van Kerkhoven ha precisato le proprie parole spiegando che ancora non ci sono dati sufficienti per stabilirlo.
I primi studi, effettuati su campioni molto ristretti, hanno suggerito che è raro che un asintomatico trasmetta il virus, ma sono dati troppo incerti.
Gli asintomatici non trasmettono il coronavirus?
Nel corso della conferenza stampa di ieri, Maria Van Kerkhoven, immunologa e responsabile tecnica dell’Organizzazione mondiale della Sanità, ha risposto al quesito sugli asintomatici con una frase che è stata travisata: “E’ molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus“. La risposta, però, si riferiva agli studi attualmente presi in esame e dunque non rappresentava una risposta ufficiale dell’Oms riguardo alla situazione globale.
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In una parte successiva del proprio intervento, infatti, l’immunologa precisava che l’Oms sta continuando a collaborare con diversi Paesi al fine di raccogliere dati ulteriori per poter confermare o smentire quanto emerso dai primi studi: “Continua a raccogliere dati (l’Oms) e ad analizzarli per rispondere davvero a questa domanda“. Insomma l’intervento nel suo complesso era difficilmente fraintendibile, ma la frase sugli asintomatici, scollegata dal contesto lo era.
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Oms: non vi sono dati sufficienti per affermarlo
Raggiunta da molteplici richieste di chiarimento proprio per la risposta di ieri, la Van Kerkhoven, oggi ha chiarito ulteriormente la sua posizione. Per quanto riguarda gli asintomatici ha quindi aggiunto: “Stavo rispondendo a una domanda e non esprimendo una posizione dell’Oms. Ho usato la parola ‘molto rara’ e c’è stato un fraintendimento perché è sembrato che dicessi che la trasmissione asintomatica è globalmente molto rara. Mentre mi riferivo a un set di dati limitati”.
In realtà, spiega ancora l’esperta, al momento sono molte le cose che non si conoscono sul Coronavirus e la sua trasmissibilità, compreso il numero effettivo degli stessi: “C’è una proporzione di persone che non sviluppa sintomi e non sappiamo ancora quante siano, potrebbero essere dal 6% al 41% della popolazione che si infetta, a seconda delle stime”.
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Luca Scapatello